Talla: Il Passo della Crocina e un antico ponte da salvare sulla viabilità medievale

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Dopo lo storico, importante Varco dell’Anciolina,la catena del Pratomagno inizia a perdere le caratteristiche di montagna diventando gradualmente un sistema collinare che termina poi sul corso dell’ Arno quando questi , come dice Dante “ torce il muso ad Arezzo”.Cattura1Proprio dove la nostra montagna diventa collina, esiste una strada trasversale di collegamento che da secoli unisce il Valdarno al Casentino passando da Talla, la strada viene chiamata “strada provinciale della Crocina “ perchè a poche centinaia di metri dal valico (m.672) c’è un insediamento abitativo, una volta agricolo, chiamato oggi “La Crocina” e qualche secolo fa “La Croce”, insediamento che ha dato il nome al passo. L’attuale tracciato che si stacca dalla Sette Ponti in località Pian di Nova , fu costruito nel 1888 e non risponde all’originario percorso che partiva da San Giustino Valdarno (anticamente chiamato San Giustino al Borro) proprio dalla pieve romanica, che è la più nascosta e meno conosciuta delle pievi romaniche lungo la Cassia Vetus.
Il percorso originario può essere seguito nel Catasto Lorenese del 1821 e dalla pieve, questa via chiamata “Via Casentinese” ma anche “Strada del Mallogo” passava dalla località Il Coltro, saliva a Poggio Pietri, scendeva e attraversava il Fosso del Mallogo , risaliva e arrivava alla Croce o Crocina. Di questo antico itinerario esistono ancora oggi molti tratti selciati e questo vecchio percorso si immette nella attuale provinciale proprio nel punto dove esiste un cippo in ricordo di Maria Fini, ventiduenne staffetta partigiana di Gello Biscardo che proprio in quel punto fu uccisa da tedeschi il 1 Agosto 1944.Cattura
Varcata la Crocina la vecchia strada raggiungeva Talla, passando da Bagnena e da Santo Bagnena, da Talla la strada medievale continuava per Salutio dove si trova la Pieve paleocristiana di San Eleuterio, da cui per storpiatura popolare deriva il toponimo Salutio. San Eleuterio è parola greca che significa “Salvatore” e la pieve in questione , forse la più vetusta della zona, ha 1600 anni di storia essendo stata fondata nel V secolo al tempo di Sant’Agostino, questo da l’idea della antichità e dell’importanza della strada della Crocina, che nel medioevo collegava anche due importanti pievi .
Il valico della Crocina sicuramente è stato un valico importante nella storia del nostro territorio anche in epoche lontane, e questo viene confermato dalla stessa toponomastica della zona. Toponimi come Pontenano, Bagnena, Tribbio, Gello, Talla, Feraglia, Lama, si rifanno al periodo romano-etrusco mentre di un toponimo importante come Basilica o Baselica (Poggio della Basilica) poco distante (vedere -Terre Alte- Castiglion Fibocchi- Pieve di San Quirico Soprarno o in Alfiano e Poggio della Basilica), il prof. Alberto Fatucchi dice di escludere il significato apparentemente ovvio di chiesa qui assolutamente ingiustificato, e lo interpreta nel senso di guarnigione militare dell’epoca bizantina, o nel senso di strada importante. La parola “Mallogo” idronimo con il quale viene chiamato l’omonimo borro, ci porta a pensare che nella zona venivano consumate aggressioni ai viandanti, d’altra parte i commissari della Repubblica di Firenze chiamarono nel XV secolo gli abitanti di Bagnena e Santo Bagnena “ladroni e rapitori di strada”. Inoltre fino all’immediato secondo dopoguerra si raccontavano storie di banditi e predoni che derubavano in quella zona i viaggiatori ancora all’inizio del secolo scorso . (Vedi  Terre Alte- Capolona-Sagresto, un brigante del Pratomagno.)
Ma non solo la toponomastica rende l’idea dell’importanza di questo territorio , altre vie di comunicazioni importanti erano e sono presenti nella zona
Il valico della Crocina è legato al passaggio della antica “Via della Montagna”, con questo nome i monaci vallombrosani indicavano la mulattiera di crinale del Pratomagno (oggi sentiero CAI 00) che veniva utilizzato per collegare l’Abbazia di Vallombrosa con il Varco di Reggello, di Gastra, di Menzano, di Castelfranco , della Crocina e quindi collegarsi ad altre abbazie come San Salvatore a Soffena in Valdarno, San Romolo alle Pratora, San Fedele a Strumi e Badia Santa Trinità nel Casentino.Pontenano
Ma dal Valico della Crocina la “ Via della Montagna” proseguiva sul crinale di colline oltrepassando il valico presso il Poggio della Basilica (da cui si scende a Campovecchio. (Vedere -Talla- Campovecchio e l’antica chiesetta di Sant’Apollinare) e aggirato il Monte Capannino scende a Subbiano transitando da un punto importante che rende bene l’dea del traffico della zona :il bellissimo edificio con chiesetta ancora consacrata chiamato “ Spedale” (Hospitale S. Aegidii de Quercia Fraxinaria) ,che prossimamente sarà riportato su Terre Alte.
Dal valico della Crocina, interamente nel Comune di Talla, parte anche un sentiero importante che oggi è conosciuto come il sentiero CAI 48 che unisce il valico con il paese di Pontenano; il sentiero ha una grande valenza viaia e storica in quanto da Pontenano si raggiungeva e si raggiunge agevolmente Badia Santa Trinita, Capraia, Pieve di Pontenano e Talla. Sicuramente come nelle altre vie di comunicazioni, anche da questa via sono passati romani, goti, longobardi , bizantini , mercanti e eserciti medievali.Ponte1
Proprio su questo sentiero, il torrente Talla viene superato da un antichissimo ponte in muratura che è veramente una testimonianza bellissima della architettura medievale di questa zona. Il ponte ha sfidato i secoli, però le condizioni attuali non sono tali da poter sostenere che possa durare a lungo, piuttosto malandato ha cominciato a crollare dal piano di calpestio e necessita di restauro urgente. Per non passare sopra il ponte pericolante, la stradella è stata allungata una decina di metri e scavalca il torrente con un guado. La perdita di questo antichissimo manufatto sarebbe un duro colpo a quelle che sono le testimonianze della antica viabilità medievale che faceva da cerniera fra Valdarno e Casentino.Ponte2
Compito di Terre Alte è anche evidenziare e far conoscere i “segni dell’uomo e della antica civiltà montanara” che si stanno perdendo per sempre, sperando che qualcosa si muova.Ponte4
Testo e foto di Vannetto Vannini

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