Pratogmano : scoprilo con la Sez. CAI Valdarno Superiore

Il trekking in Pratomagno è nato molto tempo fa; nell’archivio della sezione fiorentina del Cai costituita nel 1868, si trovano numerosi resoconti di escursioni di più giorni in Pratomagno  con pernottamenti in canoniche e capanne,  percorrendo antichissimi sentieri usati dai carbonai, pastori e superando i valichi usati come vie secondarie di comunicazione tra vallate e utili soprattutto, fino a metà del secolo scorso, alla pratica della  transumanza.

La dorsale del Pratomagno si estende per una trentina di Km da nord verso sud, interessando la provincia di Arezzo e in minima parte a nord quella di Firenze.La catena montuosa ha una larghezza media di 10 km fra il Valdarno Superiore e il Casentino chiamato anche Valdarno Casentinese.

Il massiccio del Pratomagno si presenta come un contrafforte dell’Appennino che si stacca  dalla catena principale verso il Monte Falco e ne continua l’aspetto morfologico e la natura geologica  caratterizzata da una sequenza superiore di cime alte e tondeggianti, caratteristiche del paesaggio arenaceo appenninico con aspetti ambientali di particolare valore e di notevole tipicità, mantenendosi  a quote elevate fra i 1200 e i 1500 m., raggiungendo i 1592 con la Croce di Pratomagno e m. 1593 con il Monte Pianellaccio .

Caratterizzato da inverni rigidi dove le tempeste di vento e  le bufere di neve sono frequenti, molto spesso dai primi giorni  di Novembre  tutta la dorsale è interessata da copiose nevicate    che ammantano il crinale fino a primavera, favorendo lo sci di fondo escursionistico che trova nei tracciati di cresta, panoramici e privi di alberi, le condizioni ideali.

Il Pratomagno è interessato interamente dal bacino idrografico dell’Arno in quanto il grande fiume toscano percorre (200) la base della catena montuosa  prima in Casentino poi,  “volgendo il muso ad Arezzo”,  entra nel  Valdarno Superiore  proseguendo per Firenze. Numerosi sono i corsi d’acqua a regime torrentizio che scendono da i due versanti, alcuni molto conosciuti come il torrente Solano, il Teggina, il Fosso di Garliano nel versante casentinese, altri come il torrente Agna, il Ciuffenna, il Resco reggellese e il Resco Simontano, il Chiesimone…che scendono dal più ripido versante valdarnese. Nelle più o meno strette vallecole  percorse da  questi torrenti e da i loro borri tributari o sui rispettivi crinali spartiacque in posizione panoramica dominante, molti paesi e  borgate come Montemignaio, Cetica, Garliano, Ortignano, Raggiolo, Quota,Carda(200) e Calleta, Castel Focognano, Capraia, Pontenano nel versante casentinese, Gello, Pratovalle, Anciolina, La Trappola,Rocca Ricciarda, San Clemente, Poggio di Loro, Modine, Gorgiti, Pulicciano, Caspri in quello valdarnese, raccontano la storia della montagna tenendo vivo ancora tradizioni e memorie che fanno parte del patrimonio culturale del Pratomagno.

In Casentino, dove le pendici del massiccio montuoso si saldano con  la pianura, importanti  insediamenti pedemontani quali Castel San Niccolò , Romena,  Poppi,  Talla sono ancora fortemente legati economicamente e culturalmente   alla montagna e  i primi tre idealmente uniti da un percorso dantesco carico di storia. Nel Valdarno una antica, bellissima  strada consolare romana la “Sette Ponti” (Cassia Vetus o Clodia) fa da confine netto fra la zona montuosa e quella sottostante valliva, raccogliendo  popolosi paesi come  Castiglion Fibocchi, San Giustino V. Loro Ciuffenna (da tutti riconosciuta come la capitale del Pratomagno) Malva/Persignano, Castelfranco di Sopra, Piandiscò e Reggello, paesi  ricchi di storia, tradizioni popolari intimamente legate alla vita di montagna e di arte sia attraverso le Pievi romaniche matildine come quella di San Giustino, Gropina, Piandiscò e Cascia che con un affascinante “Percorso di Masaccio”.

Percorrendo il crinale del Pratomagno e sostando sul Monte Secchiata m. 1450 che fa parte del comprensorio demaniale della Foresta di Vallombrosa, famosa per il valore ambientale  e per l’antica Abbazia casa madre dei Benedettini Vallombrosani, e sostando poi sul Poggio alla Cesta m.1446, Poggio Tre Confini m.1406 che fanno parte della Foresta Demaniale di San Antonio e sul Poggio Uomo di Sasso m. 1537  e Poggio del Lupo m.1515, il panorama è stupendo; come è grandioso quello che si vede dalla Croce m.1592, dal Poggio Masserecci m. 1548 ( popolarmente chiamato Mozzurecchi), Cima Bottigliana m. 1455 e Monte Lori m.1365. Da tutte queste cime si possono ammirare colpi d’occhio profondi sulle Apuane ,Abetone, Cimone– Libro Aperto – Corno alle Scale, Appennino, Falterona , Monte Falco, La Giogana, La Verna, Fumaiolo, Sassi di Simone, Carpegna, Appennino Umbro, Monti Sibillini, della Laga e in ultimo il Gran Sasso,  molto più raramente si vede in inverno la calotta sommitale innevata del Monte Cinto in Corsica .

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