Ad oggi è l’unica incisione conosciuta su roccia che potrebbe avere una rilevanza nel versante valdarnese del Pratomagno.
Rappresenta il Nodo di Salomone e si trova, da tempo immemorabile, a 900 m.s.l.m. su una grande roccia di arenaria nel sentiero CAI 21 fra il cimitero attuale e il borgo di Rocca Ricciarda (Loro Ciuffenna). E’ una incisione solitaria, in quanto attente verifiche sulle superfici rocciose situate nei pressi e intorno all’incisione , hanno dato esito negativo.
Il Nodo di Salomone è uno dei simbolismi più antichi che si possa immaginare, si pensa che provenga dalla cultura celtica e che sia arrivato a noi attraverso i romani proprio in seguito al contatto degli stessi con il popolo celtico. Simbolo e archetipo di alleanza, è un motivo decorativo che si trova tanto nelle sinagoghe quanto nelle chiese cristiane dei primi secoli della nostra era. Abbastanza frequente all’interno degli edifici religiosi, è raro inciso sulla roccia. Attualmente si conoscono incisioni in roccia solo in Valcamonica, Garfagnana, Svizzera, Montenegro e Rocca Ricciarda (Pratomagno).
Il Nodo di Salomone, considerato nei secoli passati come l’unione fra il divino e l’umano, fu usato molto tra il secolo undicesimo e dodicesimo da molti ordini religiosi come Certosini, Camaldolesi e Cistercensi e dai Templari Oggi è anche adoperato come simbolo di una nota banca.
Testo e foto di Vannetto Vannini
13/4/24 (Aggiornamento)
La presenza di questa incisione sulla vecchia strada della Rocca Ricciarda e oggi sentiero CAI 21 pone agli appassionati più di un quesito, in quanto il Nodo di Salomone è chiamato anche Nodo di san Giovanni “Nodo Templare”. In un libro dello studioso Mauro Paoletti intitolato” Il Nodo Templare. L’antica origine della simbologia dei Templari” edito da XPublishing nel mese di marzo 2020, a pag 5 si legge che il Nodo di Salomone, conosciuto anche nodo di San Giovanni o Templare perché da essi adottato e di cui ne fecero largo uso, è quello che vanta un’origine antichissima come testimoniano le incisioni rupestri in Valcamonica. Sempre nella stessa pubblicazione, in merito al Nodo di Salomone di Rocca Ricciarda il Paoletti scrive a pag 55 che il nodo e la pietra su cui è inciso sono stati osservati, studiati, analizzati e l’incisione è considerata antichissima . Interessante è poi considerare dove l’incisione si trova, in quanto proprio su una pietra che ricorda il corpo di una enigmatica figura, in una curva di una collina senza alberi che la possano nascondere, in uno spazio aperto davanti al paese di Rocca Ricciarda, uno spazio sempre illuminato dal sole e visibile a distanza. Per quale motivo sia stato inciso, prosegue il Paoletti a pag 56, in quel luogo e cosa si volesse indicare, rimarrà un mistero insoluto. Un arcano, posto su un sentiero di montagna, a due passi da casa nostra.
Nei primi anni di questo secolo è stata effettuata una campagna di ricerche da parte dell’Università di Firenze fra i resti della parte fortificata del paese e tutto è stato riportato in un libro curato dal prof. Guido Vannini, responsabile degli scavi, volume edito nel 2009 dalla Società Editrice Fiorentina che ha per titolo “Rocca Ricciarda dai Guidi ai Ricasoli. Storia ed archeologia di un castrum medievale nel Pratomagno aretino”. Il libro molto ben fatto e sostanzioso (pag 376 ) e di grande formato è presente anche nella nostra bibliocai.
Del risultato di questa ricerca archeologica dell’Università di Firenze ne viene parlato in un libro edito nel 2011 dalla casa editrice Press & Archeos che si intitola “ I Templari in Toscana. La storia, i luoghi, i simboli “ (autori Enrico Baccarini – Mario Pagni) in cui si scrive che gli scavi alla parte alta della Rocca Ricciarda “… hanno dato risultati rilevanti dal punto di vista scientifico e hanno permesso di riportare alla luce reperti in ceramica, ferro e vetro databili fra il XIV e XV secolo. Gli scavi attraverso il materiale rinvenuto, hanno inoltre consentito di arrivare a conclusioni piuttosto insolite; nella rocca per molto tempo insieme alla guarnigione militare, sarebbero convissuti anche civili, uomini, donne e bambini che avrebbero condotto un tenore di vita agiato rispetto alla media di un territorio così isolato, decentrato rispetto alla viabilità importante e posto a quota elevata. Ciò probabilmente fu dovuto alla presenza sul posto della famiglia dei Conti Guidi.”
Oltre al Nodo di Salomone, un altro segno interessante presente alla Rocca Ricciarda si trova nel paese sulla stradella lastricata che sale alla fortificazione, in quanto è stata reimpiegata in una panchina di sosta una lastra di arenaria con scolpita una grande croce templare a schema bipennato o biforcato. La lastra è rotta e manca un braccio.

Per l’esistenza di questi simboli, nel libro della Press & Archeos sopra citato si scrive “ tutto ciò fa supporre e anche probabilmente giustificare almeno parzialmente e a prudente livello di ipotesi in assenza di fonti scritte, una frequentazione se pur occasionale ma almeno di costante transito, di Cavalieri Templari che avrebbero scelto quella viabilità di crinale come collegamento fra lo stesso Valdarno Fiorentino e il retrostante territorio casentinese “.
Il giorno 1/1/2013 portai un mio amico socio di una sezione CAI Toscana, studioso di graffiti in Italia e nel mondo e coautore di pubblicazioni sulle incisioni in pietra, a vedere il Nodo di Salomone della Rocca Ricciarda. Il suo giudizio fu che il nodo in questione era vecchio di molti secoli e questo era desunto dalla corrosione del tipo di pietra e dal disegno del grafite. La posizione era perfetta come il rapporto fra le dimensioni dei sue cerchi che si incrociano; controllammo attentamente le pietre circostanti senza trovare altri graffiti, ma questo non poteva pregiudicare l’età dell’incisione che sicuramente è datata molti secoli fa.
Da tener presente che alla Rocca Ricciarda vi è nel paese, sulla stradella selciata che porta alla fortificazione un altro Nodo di Salomone inciso su una pietra in forma grossolana. Noi del CAI Valdarno Superiore sappiamo con assoluta certezza che quest’ultimo nodo all’interno del paese, insieme ad un altra incisione vicina (filetto) è stato scolpito nell’ultimo decennio del secolo scorso dall’ultimo abitante fisso della Rocca Ricciarda, molto conosciuto e che abitava nella casetta vicina.
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