Nella nostra zona, come un po’ in tutto il mondo cristiano, la devozione a Maria si è affermata nella maniera più estesa, sentita e diffusa. Dalle sperdute chiesette di montagna alle piccole chiese di campagna e alle grandi cattedrali delle città il culto mariano è sempre stato una costante fra la popolazione. Opere d’arte o semplici raffigurazioni hanno fissato su tela o nei muri la figura di Maria come sposa, madre , madre dolente e come protettrice.
Alla Madonna molti interpreti della letteratura e della poesia, hanno dedicato brani di intensità profonda e di sentimenti alti e rilevanti, basta ricordare la toccante preghiera che Dante Alighieri attribuisce a San Bernardo nel Paradiso della Divina Commedia :” Vergine Madre Figlia del tuo Figlio”, dove la bellezza del canto dell’invocazione si unisce al sentimento materno che la Madonna genera in tutti noi.
Ma è soprattutto nella devozione spontanea delle campagne che il culto della Madonna è affidato a molte immagini di poco pregio, altre invece di un certo valore artistico che adornano chiese , tabernacoli rurali, chiese delle varie Compagnie, tutte immagini per lo più poco conosciute come la Madonna di Piantravigne.
Alcuni anni fa dopo un lungo restauro, per volere della popolazione di Piantravigne tornava nel paese e collocata nella chiesa parrocchiale di San Lorenzo una immagine sacra rappresentante la Madonna, immagine alla quale il popolo del paese era molto devoto e attaccato. Questo dipinto di autore ignoto è del XIII secolo, quindi a oggi è l’immagine più antica della Madonna che abbiamo nel Valdarno Superiore e una delle più antiche della Toscana.
La storia di questa tavola non è conosciuta , però se questo dipinto fosse sempre rimasto a Piantravigne, non è sbagliato affermare che era presente nel paese quando nel 1302 il castello fu distrutto dai fiorentini in seguito al tradimento di Carlino dei Pazzi, tradimento per il quale Dante, destina il traditore ancora in vita già nell’Inferno, dove in previsione della futura prossima morte di Carlino era già stata preparata una tomba vuota per accoglierlo nel nono cerchio, quello più profondo destinato ai traditori. (Inferno- Canto XXXII- versi 67-69).Questo pezzo di storia valdarnese è stato molto bene descritto nel 1880 da Amos Volpini, scrittore di Loro Ciuffenna che seguendo la linea manzoniana descrive guerre di potere, intrighi di palazzo e storie segrete di amori impossibili fra famiglie rivali, confessioni e tradimenti vari, adattandoli a un fatto e circostanze storiche realmente accadute. Recentemente il libro, a cura del prof. Carlo Fabbri è stato ristampato per conto dell’associazione culturale “ I’ Bercio “ e l’Accademia valdarnese del Poggio “.Il volume è presente anche nella nostra Bibliocai a disposizione dei soci.
La tavola della Madonna di Piantravigne è stata conservata per secoli nella cappellina della Compagnia all’inizio del paese venendo dalla salita delle balze dopo il ponte. La cappellina non esiste più e la pittura in pessime condizioni e coperta da un’altra pittura sovrapposta fu mandata a restaurare nel 1999, soprattutto per l’interessamento di un piantravignese doc, il compianto prof. Franco Bencivenni, direttore scolastico e sindaco di Terranuova Bracciolini negli anni ’70 del secolo scorso.
Dopo anni, finito il restauro, la popolazione con a capo il professore volle che la tavola ritornasse nel paese di origine e fu collocata nella parrocchiale pieve di San Lorenzo , dove attualmente si trova protetta da un sistema di allarme.
Nel sito www.lamiabellatoscana.com in uno scritto di Sandro Fabrizi si legge che “ la tavola risulta non essere uniforme ma visibilmente bombata perché composta da tre doghe assemblate insieme di cui una in legno di abete e le altre due di pioppo; da notare anche l’aureola della Madonna e dei Santi in oro, eseguita con una particolare tecnica chiamata “ a guazzo”.
Un territorio fertile per l’arte, quello della Sette Ponti, dove da Montemarciano a Piantravigne, in appena sei Km troviamo due affreschi importanti come la Madonna di Montemarciano di scuola di Masaccio o addirittura di Masaccio adolescente e la Madonna con il Bambino e i Santi nella chiesa – santuario di Malva, opera di buona scuola fiorentina della seconda metà del XV secolo e la tavola lignea con la bella Madonna di Piantravigne che pochissimi conoscono.
Testo e foto di Vannetto Vannini