Vi sono tanti modi di fare turismo e leggere un panorama, un paesaggio, un territorio. Ma oltre a ricercare le strutture di un certo rilievo artistico e i monumenti riportati nelle guide, uno dei modi più belli è andare alla ricerca delle piccole cose nascoste e che pochi conoscono, di guardare un territorio limitato più da vicino e assaporare il piacere della “scoperta”. Vivendo in Toscana, da sempre patria dell’arte, anche un piccolo edificio religioso, i resti di una torre,un ponte, una piccola pieve di campagna possono racchiudere modeste, ma significative testimonianze d’arte sconosciute e non riportate in nessuna pubblicazione. Certe volte andando a giro e seguendo qualche filo logico non è difficile scoprire un aggregato rurale di pregio, una casa colonica ben conservata, un edicola votiva di un certo merito, i ruderi di una torre o di un castello nascosti dalla vegetazione, una vecchia chiesetta: tutte testimonianze di una vita e di una società da noi ormai lontana ma da non dimenticare.
La via provinciale dei Sette Ponti, conosciuta soprattutto per le monumentali pievi romaniche, è un itinerario che riserva da sempre molte sorprese per la presenza poco distante dalla strada principale, di piccole testimonianze artistiche e storiche non riportate da nessuna guida, ma che riteniamo importanti e meritevoli di attenzione da parte del turista e dell’appassionato d’arte.
San Miniato a Scò ormai fa parte integrante dell’abitato di Pian di Scò ed è un antico insediamento con chiesa parrocchiale, situato a Ovest del capoluogo verso Vaggio. Appena sopra la strada della Castagneta troviamo il complesso religioso della chiesa di San Miniato, che un prezioso e raro documento esistente ci informa eretta nel 1296, sicuramente al posto di un precedente edificio religioso più piccolo, di questa chiesa non sappiamo altro. Fanno parte di questo complesso dei fabbricati annessi alla canonica ma soprattutto una piccola cappella di impianto medievale detta”Cappella della Compagnia”. L’entrata di questa chiesetta si apre nel sottoportico coperto da un soffitto ligneo decorato da un finto cassetto molto policromo che ricorda altri esempi di arte popolare soprattutto del meridione. Questo tipo di soffitto ligneo è raro nella nostra vallata, ricco di colori e di effetti, è ritenuto di un periodo di fine Settecento ed è veramente molto bello. Attualmente lo stato attuale del soffitto non è buono.
Sempre in San Miniato a Scò troviamo una via che ha un nome abbastanza strano “ Via Monnamea” che stimola la curiosità di molti, soprattutto dei toponomastici : credo di avere scoperto il perché di questo nome strano. Alla base di tutto c’è un errore di scrittura, in quanto si doveva scrivere Via Monna Mea, in quanto Monna Mea è stata nel ‘500 una figura importante di San Miniato a Scò e appartenente alla famiglia Piccardi, una delle famiglie borghesi più influenti della zona.
Testo e foto di Vannetto Vannini