Cappellano dei Bersaglieri in Russia. Decorato al Valor Militare con due Medaglie d’Oro, due di Argento e una Bronzo.
Quando parliamo del Pratomagno, non possiamo sottrarci all’obbligo di ricordare Don Giovanni Mazzoni che dagli anni venti del secolo scorso fino alla partenza per il fronte russo nel 1941, fu fra le persone che ebbero un ruolo importante nella vita lorese. Don Giovanni era l’Arciprete di Loro Ciuffenna. Nella gerarchia ecclesiastica il titolo di “Arciprete” viene dato al titolare di una chiesa che è preminente su altre chiese, in effetti quindi l’Arciprete è il “primo dei preti” di una zona, e don Giovanni Mazzoni era di conseguenza il titolare religioso più importante di tutta la montagna lorese . Fu proprio in virtù di questo che Don Giovanni Mazzoni fu a capo del comitato promotore della costruzione della croce sulla vetta del Pratomagno e fu proprio lui che il 14 Agosto 1927, durante una cerimonia solenne che aveva richiamato sulla montagna circa 8000 persone, benedì la prima pietra, la quale spalmata di calce dal prefetto di Arezzo , al suono della Marcia Reale suonata dalla banda musicale di Loro Ciuffenna, fu calata nelle fondamenta della erigenda Croce e della cappella francescana, insieme ad una pergamena e a delle monete.
Don Giovanni amava il Pratomagno ed era solito percorrerne a cavallo tutte le antiche vie di comunicazione e questa sua abitudine lo aveva portato a contatto con le famiglie abitanti i casolari più sperduti della montagna, conoscendone perfettamente i problemi derivanti da una vita durissima e solitaria; ai carbonai e a boscaioli con i quali volentieri si intratteneva, ripeteva spesso che anche lui, nel profondo dell’animo, si sentiva “un montanaro” come loro.
Era nato da un umile famiglia alla Chiassa Superiore (AR) nel 1886 ed era fratello di Don Tarquinio Mazzoni (vedere Terre Alte- Capolona). Ordinato sacerdote, parte come cappellano per la guerra di Libia e successivamente partecipa alla missione italiana in Siria diventando direttore della scuola italiana di Alessandretta. Allo scoppio della Grande Guerra don Giovanni Mazzoni è cappellano dei bersaglieri sul Carso, dove conobbe un altro sacerdote-militare, il cappellano sergente Giuseppe Roncalli futuro Papa Giovanni XXIII.;coraggioso e sempre al servizio di tutti, Don Mazzoni viene decorato al Valor Militare con una medaglia d’oro, due di argento e una di bronzo. Nel dopoguerra, dopo una breve esperienza di parroco a Pola, viene nominato parroco di Loro Ciuffenna. Sono momenti turbolenti per l’Italia intera e Don Giovanni Mazzoni assiste alla presa del potere da parte di Mussolini. Lo scontro avviene con i fascisti locali, quelli che avevano bastonato Don Buti, parroco di Poggio di Loro gettando nel torrente la bandiera del suo circolo dell’Azione Cattolica, si scontra con i violenti che avevano inseguito da Loro Ciuffenna a Gropina l’arciprete Mencattini. Don Mazzoni, per niente intimorito, durante le sue prediche sfida pubblicamente i fascisti, avvertendoli che saranno da lui presi a fucilate se avessero avuto il coraggio di attaccare il circolo cattolico di Loro C.
Carattere libero e fiero, il battagliero arciprete viene perseguitato e accusato dalle autorità di reati finanziari, tanto che subisce il carcere per alcune settimane e viene inviato al confino a Lagonegro (Potenza). Ritornato a Loro Ciuffenna, nel 1941 chiede di partire come Cappellano con il Corpo di Spedizione Italiano in Russia (CSIR). Assegnato al 3° Reggimento Bersaglieri della Divisione Celere, muore in battaglia il 25 Dicembre 1941 a PetropawlowsKa mentre soccorre un soldato ferito.
La tragica morte di questo religioso è così descritta a pag 132 del libro “ Sacerdoti in grigioverde” di E. Cavaterra edito da Murzia Editore nei 1993: “ un bersagliere, spintosi avanti è caduto ferito al petto , don Mazzoni corre verso di lui mentre la mitraglia implacabile continua a crepitare, gli si inginocchia vicino, lo bacia, lo assolve e riesce a farlo trascinare più indietro da due soldati che strisciano sulla neve. Poi si rialza per guardare se vi siano altri feriti da soccorrere, ma è colpito in fronte da un proiettile e cade sulla neve che rosseggia del suo sangue”. Per questo azione gli viene conferita la seconda medaglia d’oro.
La figura di questo eroico arciprete è stata periodicamente ricordata a Loro C. con funzioni civili e religiose alle quali ha sempre partecipato tanta popolazione.
Nel maggio del 1996, in seguito al nuovo corso politico che ha ritrasformato in Russia l’Unione Sovietica, le spoglie mortali di Don Giovanni Mazzoni, contenute in una cassetta metallica avvolta dal tricolore arrivarono a Redipuglia e poi portate a Loro Ciuffenna e seppellite nel locale cimitero durante una bella e toccante cerimonia, alla presenza di tanta gente, di autorità civili, militari , religiose e associazioni d’arma. Carabinieri in alta uniforme e un picchetto in armi di paracadutisti del Btg El Alamein di Siena rendevano gli onori militari all’arciprete, che dopo 55 anni tornava nella sua parrocchia.
Foto e testo di Vannetto Vannini
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