Certignano è una delle frazioni del comune di Castelfranco/Piandiscò, posizionato a 300 m. di quota su una ansa della provinciale Via dei Setteponti, dista neanche due km dal capoluogo ed è prossima al confine del comune di appartenenza con quelli di Loro Ciuffenna e di Terranuova Bracciolini.La storia di questa minuscola borgata si perde nella notte dei tempi, perché eminenti studiosi come il Repetti, il Gamurrini e Alvaro Tracchi indicano che dove ora è ubicato Certignano, doveva trovarsi quella “mansione” della Via Cassia riportata dall’ Itinerario Antonino con la denominazione “ Ad fines Casas Caesariana “.
Il nome “Certignano”, fa parte di quel consistente numero di toponimi locali di origine prediale ( da praedium – podere),identificabili soprattutto dal suffisso ianus che sta ad indicare, in questo caso,che con il termine Fundus Certinianus era iscritto nel catasto romano un podere o una proprietà di una persona il cui nome era Certinius. Da notare che lungo o nei pressi della Via dei Setteponti vi sono diverse derivazioni prediali, basti ricordare Persignano (fundus Persinianus , da Persinius ), Pulicciano (Fundus Publicianus, da Publius ), Galligiano ( Fundus Galesianus, da Galesius) e altre.
La posizione geografica di Certignano, facente parte della Diocesi di Fiesole, è particolare in quanto oltre essere al limite del comune di Castellfranco /Piandiscò è anche al confine della propria diocesi con quella di Arezzo. Questo confine, che passa ancora lungo il Borro di Certignano, secondo gli storici deriva dalla centuriazione romana e quindi ricalcherebbe l’antico confine dei municipia romani. Addirittura si pensa che nel caso di Certignano, confine fra la Diocesi di Arezzo e quella di Fiesole, questo confine ricalcherebbe il limite fra la locumonia etrusca di Fiesole con quella di Arezzo.
Oggi Certignano è una ridente frazione lungo la storica Via dei Setteponti l’antica via romana Cassia/Clodia, la chiesa parrocchiale è dedicata a San Donato e il paese è stato legato economicamente fino ad ieri soprattutto all’attività agricola della tenuta della bella villa Tempi, secentesca la cui storia è possibile rilevarla nel sito: caivaldarnosuperiore.it/ilnostroterritorio/ville/ Castelfranco-Piandiscò e nel libro “Le ville del Valdarno” edito dalla casa editrice Aska e dal CAI Valdarno fra brevissimo tempo in commercio. Certignano non ha residui di fortificazioni in quanto era un “villaggio aperto”, circondato prima della costruzione di Castelfranco dai castelli di Soffena, Pian di Mezzo,Piantravigne e il Cocollo. Interessante è sapere che sotto la strada dei Sette Ponti, a valle dell’attuale ponte che attraversa il borro vi è un edificio che fino alla Grande Guerra era un molino riportato anche nella carta 1:25000 dell’IGM, ma soprattutto interessante è un vecchio ponte in muratura ad una arcata che collega la sponda del comune di Castelfranco/Piandiscò e quella di Loro Ciuffenna e che segna il confine comunale e quello della diocesi.Il vecchio ponte che vi si transita solo a piedi, è oggi per lo più sconosciuto quasi a tutti ed è una bella costruzione abbastanza slanciata che sicuramente ha una storia, in quanto era sul vecchio tracciato della strada dei Sette Ponti e costruito in quel punto per evitare la costruzione più a monte di un ponte molto più alto come in effetti poi fu costruito.
Dalla tradizione popolare si sa che il ponte fu costruito all’inizio del XVIII secolo, sul posto di un preesistente ponte forse di legno . Dal catologo dei Lorena del 1821 sembra che a quella data il tracciato della Sette Ponti fosse già stato rettificato in quello attuale e quindi il ponte veniva lasciato solo per il traffico interpaesano o come via più breve per chi veniva a piedi e per questo uso è stato percorso fino agli anni 60 del secolo scorso; sopra al ponte , sul ciglione era ubicata una fonte di acqua sorgiva abbastanza famosa in loco e che permetteva a chi transitava di riposarsi bevendo un acqua pura e fresca. Lo stato del ponte non è male ma se dovesse cadere, essendo privo di manutenzione, sicuramente nessuno lo ricostruirebbe sul disegno attuale, fra le difficoltà inoltre è che il vecchio ponte collega due sponde di comuni diversi. Si spera che resista integro il più a lungo possibile, per poter così mantenere un’ antica testimonianza di una importante via di comunicazione che ha fatto al storia come la Via dei Setteponti, già Via Cassia/Clodia e poi Via Sancti Petri.
Testo e foto di Vannetto Vannini