I Castelli del Poggio della Regina – Monte Acuto – Poggio Castelluccio

Castelfranco/Pian di Scò Terre Alte Valdarno

Il Pratomagno ha uno straordinario patrimonio storico, archeologico e architettonico che lo connota come “paesaggio culturale”.

 

Il territorio è fortemente marcato dall’impronta del paesaggio medievale e proprio la conservazione  di buona parte di questo patrimonio ha contribuito a questa connotazione.

Nel nostro caso, dal crinale principale della catena montuosa  costituita dal Poggio Tre Confini m.1436, Poggio Uomo di Sasso m.1523, Poggio del Lupo m.1515, si stacca in direzione del Valdarno una dorsale (ved. foto) costituita da un sistema di poggi: Poggio Castelluccio m.1386,Monte Acuto m.1131, Poggio della Regina m.913, e non visibili nelle foto, Monte Moculi m. 810, Poggio Stoppi m.682 ai piedi del quale si trovano  i Piani di Cascia e Scò.

Questa catena è lambita ai lati da due torrenti: il Resco Reggellese a Nord e il Resco Simontano a sud i quali originandosi dalla stessa dorsale del Pratomagno formano due valloni che dal piano  risalgono incuneandosi fra i monti.

La caratteristica di questa dorsale  sono le fortificazioni  costruite durante   il Medo Evo.

Molto noto è il castello sul Poggio della Regina, ma si conoscono  fortificazioni minori sia sul Monte Acuto che sul Poggio Castelluccio. La dott.ssa Guendalina Maggiora, nel volume  n° VI degli Annali Aretini edito  dalla casa editrice “ All’Insegna del Giglio” scrive che “ …il castello  (Poggio della Regina) deve essere probabilmente sorto con funzione strategica  lungo un percorso fortificato di montagna, il cui scopo era quello di collegare i possessi feudali che i Conti Guidi avevano in Casentino (Cetica) con quelli che avevano nel Valdarno (Castelvecchio di Cascia, Viesca).La stessa toponomastica  delle vette circostanti  come Poggio Castellare, Poggio Massa Ladronaia, Poggio Castelluccio potrebbe suggerire un ipotesi in tal senso”

Il Poggio della Regina ( foto)

è un pianoro alto 913 m. (stessa altezza di Gastra) ricoperto interamente da rovine, dalle quali gli viene il nome (regina da reina,da ruina). La sua posizione a meno di due km. da Gastra, appare contrapposta a questa e di controllo al valico.

Il prof. Alberto Fatucchi, storico aretino, nel capitolo “ Considerazioni storiche del Pratomagno” del volume XV-XVI degli Annali Aretini  edito dal Servizio Editoriale Fiesolano   scrive “ Attualmente nella esplorazione di circa un quarto delle rovine, è stata accertata una durata di ventisette secoli dell’insediamento: da un villaggio dell’età del bronzo, ad uno dei più estesi insediamenti etruschi, una fase barbarica, poi curtis altomedievale documentata nel 1008, al grande castello dei Conti Guidi, Castiglion della Corte, uno dei più importanti centri di potere feudale con un vasto territorio, prima che nascessero i grandi centri di fondovalle, Montevarchi, San Giovanni, Figline, fino al suo abbandono nel XIV secolo.

Durante gli scavi (foto)

sono stati riportati alla luce il basamento della torre, un pozzo,  le mura di cinta , un forno da pane e una piazzetta, nonché strutture abitative diverse e ambienti di servizio.  Inoltre sono stato trovate  diverse monete e un sigillo dei Conti Guidi.

Da notizie storiche sappiamo che il Castello di Poggio della Regina o Castiglion della Corte  era strutturato in quattro popoli: San Donato a Menzano, San Niccolò a Forli, San Cristoforo a Scopeto, San Pietro a Cascia. Questi “popoli” erano a loro volta costituiti da più insediamenti di tipo agricolo sparsi nella montagna.

Lo spostamento del baricentro economico nel fondovalle con la fondazione delle “Terre Nuove “ fiorentine ( Castelfranco, Terranuova, San Giovanni) , le Leghe (come quella di Cascia 1309), e la costituzione del “podere” a mezzadria decretarono lo spopolamento della montagna e il successivo abbandono verso la valle e lungo l’arteria di comunicazione pedemontana (attuale Sette Ponti).

Il prof.Guido Vannini  , nel volume “Fortuna e declinio di una società feudale valdarnese. Il Poggio della Regina.”  Edito dalla Società Editrice Fiorentina (SEF) così scrive  “ Nel caso del castello del Poggio della Regina , possiamo anche ragionevolmente ipotizzare come causa immediata  del definitivo abbandono dell’abitato l’effetto occasionale della Grande Peste , giunta in Valdarno negli anni ‘60 del 1300; una cronologia che sostanzialmente coincide con quella del livello di abbandono del sito. Tuttavia ci troviamo di fronte a bel altro  che a un – per quanto tragico, per quanto esteso – incidente di percorso: l’abbandono del sito rappresenta e, potremmo dire, emblematizza un mutamento epocale dell’intero ambiente storico medievale: una crisi strutturale e culturale  che con estrema rapidità- e quindi, probabilmente  con alto tasso di drammaticità – causò il definitivo collasso dell’intero sistema insediativo d’altura. Probabilmente la peste dei primi lustri della metà del secolo dovette spezzare l’ultimo equilibrio fra il vecchio insediamento d’altura in crisi e lo sviluppo delle nuove forme  di popolamento pedemontano promosso dalla Repubblica. Il tracollo demografico dovette giocare il ruolo del colpo di grazia su di un sistema di organizzazione territoriale e di una società ormai debilitata  e logorata dalla penetrazione economica  e dalla espansione politica della borghesia mercantile cittadina in quello che era stato per secoli il proprio ambiente esclusivo.”

Negli anni ’80 del secolo scorso, gli scavi archeologici sul Poggio della Regina sono stati effettuati dai ragazzi della “Casa Famiglia” di Pilano (Reggello). Dagli anni ’90  fino ad oggi, dagli studenti dell’Università di Firenze sotto la direzione del prof. Guido Vannini.

 

Ricognizioni sulla dorsale montuosa, effettuate dagli studenti durante la campagna di scavi del Poggio della Regina, hanno permesso di accertare fortificazioni sul Monte Acuto(foto sinistra)) e sul Poggio Castelluccio.

La dott.ssa Valentina Cimarri nel paragrafo “ I caratteri del popolamento medievale” del volume sopracitato “ Fortuna e declinio di una società feudale valdagnese. Il Poggio della Regina” scrive” Fra le operazioni dell’indagine topografica  è da ricordare la verifica sul campo  dell’esistenza del castello di Monte Acuto, citato nelle fonti scritte dal 1008. L’attenta ricognizione del sito  ha permesso di effettuare l’esatta ubicazione del castello e di proporre una ricostruzione dell’impianto urbanistico in base alle emergenze archeologiche superstiti. Sulla sommità del Monte Acuto sono stati infatti individuati il basamento quadrangolare di una torre, in posizione centrale; una cisterna di raccolta, resa evidente dalla fitta e rigogliosa vegetazione che vi cresce intorno; un fossato difensivo parzialmente interrato, sul lato di più facile accesso (est); e i crolli della cortina muraria sul lato nord. (foto ).

La conservazione del toponimo basso medievale Castelluccio, ha consentito di localizzare sul Poggio di Castelluccio a Pietramolle , a 1386 m, i resti di una piccola torre di avvistamento(foto sinistra) costruita a diretto contatto con la roccia arenaria. Dal sito è possibile controllare perfettamente gli accessi al e dal Casentino. Da questo sopralluogo mirato è emerso che tutto il contrafforte che degrada dall’Uomo di Sasso verso il Poggio di Stoppi, era interessato da un apparato fortificatorio di crinale rappresentato da castelli  tipologicamente  molto diversi, di Poggio Castelluccio, Monte Acuto, Poggio alla Regina.”.

 

Testo e foto di Vannetto Vannini