testo e immagini di Vannetto Vannini
In ogni gruppo di balze c’era e in parte ci sono ancora anche se il problema della vegetazione che copre tutto è oramai irreversibile, delle balze più spettacolari delle altre. Nel gruppo di quelle appena sotto il paese di Piantravigne (lato Botriolo) vi era fino all’ottobre 1992 la balza più caratteristica, fra l’altro visibile anche dai lavatoi pubblici del paese dove termina o inizia il sentiero che collega la frazione al percorso CAI 51, che è l’itinerario ad anello dell’Acqua Solfina con partenza e ritorno a Castelfranco di Sopra.
La balza era veramente spettacolare perché con la parete principale a forma di triangolo, con la parte finale un vertice molto aguzzo e stretto dove era attaccato da sempre in precario equilibrio un agglomerato di terra e sassi, simile ad un cappello o meglio ad un uovo dal peso di diverse tonnellate. Della balza è stata recuperata una foto fatta a suo tempo dalla signora Anna Salano, piantravignese di adozione. Quando negli anni Ottanta qualche fotografo/giornalista cominciò a girare per le balze, questo pinnacolo strano non rimase inosservato e fu riportato nella pagina di copertina del numero di Gennaio 1983 di un mensile di allora (Toscana Qui Editore Bonechi). Delle balze del Valdarno si interessò anche il mensile Bell’Italia nel numero 62 del Giugno 1991 con l’articolo “Un tocco di Arizona. Le Piramidi delle Fate nel Valdarno Superiore”; in questo articolo c’è una foto spettacolare della parte finale della balza in questione. In quel periodo anche un’altra rivista mensile di turismo si interessò delle balze di Botriolo.
Nell’ottobre 1992, durante un temporale lungo e intenso che provocò frane sopra e sotto la Setteponti e allagamenti nel fondovalle, dalla balza si staccò la parte sommitale rimanendo così una balza decapitata abbastanza anonima. Il cappello o uovo della balza cadde ai piedi dove è ancora, però invisibile, perché ormai coperto dalla vegetazione infestante.
Foto: la prima è della balza come era, la seconda è la copertina della rivista del 1983, nella terza foto la balza bassa in primo piano come è attualmente