Il monastero è posto su di una altura che è davanti a quella dove era situato il castello di “Monte Guarchi”, dall’altra parte del torrente Dogana. Il luogo prende il nome dalla presenza dell’omonimo arbusto sul luogo di edificazione. Il luogo è emblematico anche perché è il confine tra la Diocesi di Arezzo, alla quale appartiene il monastero, e la Diocesi di Fiesole a cui appartiene Montevarchi. L’intitolazione del monastero evidenzia la fondazione longobarda del VII° secolo. Annesso alla chiesa esisteva un monastero benedettino che fu totalmente distrutto dai Saraceni nel 849. Pochi anni dopo, nel 876, l’Imperatore Carlo il Calvo stabilisce di ricostruire il monastero e lo offre alla giurisdizione del Vescovo di Arezzo. Nel 986 sappiamo che unito alla chiesa era presente uno “Spedale” che fu attivo per circa 5 secoli. Poco dopo il Mille, nel 1009 per la precisione, su decisione del Vescovo di Arezzo Elemperto, il monastero e la chiesa vennero sottoposti al patronato dei Canonici della Cattedrale di Arezzo. Nel 1445 il monastero viene affidato alle Monache Benedettine e contemporaneamente viene sottoposto a delle ristrutturazioni che, fra l’altro, portano ad un ampliamento della chiesa. Il monastero ottiene un grande successo, tanto che nel 1729 viene stabilito che potrà ospitare fino a cinquanta monache. Viene soppresso però nel 1778 e le monache trasferite ad Arezzo. Nel 1793 il Vescovo unisce la chiesa a quella di Pietraversa e la chiesa viene intitolata così alla Santa Croce ed a San Michele alla Ginestra. Nel 1814 il governo francese in Toscana aliena a privati Prima la famiglia Cini e quindi i Galeffi, il complesso che, nella seconda metà dell’Ottocento, diviene una filanda. Ma questa è un’altra storia.
Negli anni ottanta del secolo scorso il complesso è stato fatto segno di un profondo progetto di ristrutturazione che lo ha messo nelle condizioni attuali. La chiesa del VII° secolo è a navata unica, ha tetto a capriate e fu ristrutturata nel XV° secolo con l’introduzione di un coro per le monache che interessava tutta la navata. Il coro fu eliminato nel XIX° secolo. Il campanile è a vela. Nella parte destra del complesso è presente un chiostro.
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