Il Castello di Leuna (Levane)

Castelli e Paesi a Montevarchi Castelli e Paesi in Valdarno In Valdarno

Il Castello di Leona ha una storia singolare. Il borgo era distante dall’Arce. La cosa non era infrequente in generale nel medioevo ma in Valdarno sì. Immagine99In effetti il cassero e le strutture di vera e propria difesa, probabilmente di origine longobarda e che aveva preso il nome dal precedente insediamento etrusco, poi romano, di “Leuna” ,  si trovava infatti sul poggio di Monteleoni, nel pianoro detto oggi di Castelvecchio, poco sopra il Santuario di Santa Maria  dove, oltre a quanto rimane della costruzione, cioè dei muri e pietrame squadrato, sono stati rinvenuti in passato, soprattutto tra la chiesa e il “fontino”, frammenti di terrecotte a vernice nera propri del periodo tardo-etrusco, e cocci ceramici di epoca romana e alto-medievale e soprattutto un pozzo etrusco. Ciò sta a significare che il luogo è stato abitato fin da tempo molto più antico di quello medioevale. Immagine100La collinetta di Monteleoni si alza piuttosto ripida tra i torrenti Trigesimo da una parte e Ambra dall’altra, che vanno poi a confluire poco distante e quindi è in una posizione strategica per controllare la pianura alluvionale dell’Arno che, va ricordato, poco prima di Levane, esce dalla Val D’Inferno per entrare nella piana. Il borgo fortificato, che, a differenza degli altri castelli limitrofi, sorgeva su un colle differente rispetto al castrum, in un altro piccolo colle sulla destra del torrente Ambra a coronamento delle difese di questo tratto di territorio perché è evidente che anche da questo secondo colle si può tenere sotto controllo chi passa sulla pianura. Questo agglomerato fortificato veniva chiamato “corte di Leuna”, cioè il borgo con gli abitanti, che passò a essere chiamato Levane Alta quando, tra il 1278 e il 1279, cominciò a sorgere sul fondovalle, sulla riva destra del torrente Ambra, la Levane vera e propria. Il toponimo Levane deriva dal tardo latino Ad Venanum che stava ad indicare, in periodo longobardo, una zona boscosa riserva dei Signori per la caccia. Il termine, poi volgarizzato in Avane, per successiva contrazione con l’articolo diventò Lavane e quindi Levane. Il castello di Leona (l’arce e la corte) sono rammentati nei documenti fino dal XI° secolo. Infatti da un testamento risalente all’ottobre del 1098 e redatto nel Castello di Pierle dal marchese Arrigo II, figlio del marchese Ugo II e nipote di Arrigo I della casa dei marchesi Bourbon del Monte di Santa Maria, si disponeva, a favore della sua parente contessa Sofia, figlia del conte Berardo e sposata in seconde nozze col conte Alberto, di una porzione di beni che appartenevano al testatore, ossia «il castello di Montevarchi con la sua corte, il castello di Leùna con la sua corte, il castello di Moncione con la sua corte, e con tutto ciò che aveva nel castello e corte del Tasso». Con “corte di Leùna” in particolare ci si riferiva a Levane Alta come abbiamo appena detto. Nell’ultimo periodo del XIII° secolo, il Castello risultava dipendere da Guglielmino degli Ubertini, potente Vescovo di Arezzo che trovò la morte a Campaldino. Il Castello, come molti altri del territorio fu investito dalla guerra fra Guelfi e Ghibellini, tra Firenze ed Arezzo. Dopo Campaldino, appunto nel 1289, fu distrutto dai fiorentini insieme ad altri castelli. Immagine101Venne poi ricostruito e lasciato formalmente agli Ubertini che si erano sottomessi a Firenze, ma sempre sotto il controllo di Firenze che, nel 1368, ordinò che, con le entrate della dogana o diritto di pedaggio che il castello riscuoteva su chi voleva passarne il territorio, si modernizzassero anche i ponti sopra l’ Ambra e, nel medesimo tempo, con i pedaggi si dette ordine di costruire una nuova strada che da Leona portava al Ponte Buriano che sostituisse quella non più adeguata che vi era fino ad allora.  Il 26 Giugno 1385, Azzo degli Ubertini cedette infine direttamente alla Repubblica fiorentina il castello di Leona, il borgo di Levane e Levane Alta più il territorio circostante insieme ad altri suoi feudi e castelli in Valdarno superiore e in Casentino. Dopo l’ annessione di Arezzo, avvenuta nel 1384, di fortezze in quell’ area, un tempo di confine, Firenze non ne aveva più bisogno e il castello di Leona venne piano piano condannato all’ abbandono. Le sue rovine, ancora visibili a metà Ottocento, vennero successivamente sepolte da una serie di frane e smottamenti dovuti ai cedimenti di una vecchia cava nelle vicinanze.Immagine102