La Villa fattoria del Colombaio

In Valdarno Ville e Giardini Ville e Giardini Loro Ciuffenna

La storia della Villa del Colombaio è strettamente legata alla Pieve di Gropina. Essa fu infatti nei secoli la sede della «Fattoria di Gropina» dipendente dalla Pieve.Immagine45 Nel 1515 Papa Leone X (della famiglia Medici e figlio del Magnifico) affidò i beni della Pieve al Capitolo Metropolitano Fiorentino, del quale egli stesso aveva fatto parte e, come detto, la Fattoria di Gropina, appartenente al Capitolo, (del quale resta una pietra con l’emblema, datata 1843) era amministrata dallla Casa colonica del Colombaio. Con l’annessione del Granducato di Toscana al Regno di Sardegna, le leggi varate dal governo Subalpino furono applicate anche in Toscana. In base alle nuove leggi del 7 luglio 1866 e del 15 agosto 1867, furono espropriati i beni dell’Asse ecclesiastico, e quindi anche quelli del Capitolo Metropolitano. Il 19 dicembre 1867 i poderi e le case coloniche del Colombaio e Casarabizza furono messi in vendita a Montevarchi ed acquistati dall’antiquario fiorentino Antonio Rusca, che nel 1883 vendette la sua collezione d’Arte per dedicarsi a tempo pieno all’agricoltura. La “casa da signore” venne trasformata in una Villa con nove ordini di finestre. Nel mezzo è posta una porta con trabeazione a rilievo(restano due lapidi del 1870 e del 1900 che attestano i lavori), la Villa si caratterizzò per mezzo della svettante torre che fu ristrutturata con gusto neo-medioevale e che ne evidenzia il nome. La proprietà fu ampliata, passando poi alla unica figlia Emma Rusca, andata in sposa nel 1876, a Firenze, a Louis Émile Prévost (della famiglia dei Prévost de la Tremoille) appartenente ad una famiglia protestante di Ginevra, stabilitasi come molti altri svizzeri e inglesi nella capitale toscana. Dei due figli di Emma e Louis-Emile Prevost Rusca, il primogenito, Franco, non ereditò le proprietà valdarnesi, la conduzione della Fattoria spettò invece alla sorella, Azema Prévost Rusca, e al di lei marito, l’ing. Baldassarre Raffanini, i quali con competenza amministrarono i 162 ettari della Fattoria. Il figlio Franco vendette la proprietà, il 1 febbraio 1961, al Comm. Francesco Rabotti (1893-1966), padre della attuale proprietaria. Il Comm. Rabotti, all’inizio della guerra, aveva comprato a Levanella di Montevarchi, dalla famiglia Barbetti, la Fattoria del Camminlungo. La passione per l’agricoltura lo spinse ad unire nel 1961 le proprietà agricole di Bucine e Montevarchi con la nuova acquisizione di Loro Ciuffenna e Terranova Bracciolini, nella «Fattoria del Camminlungo e del Colombaio», col valido aiuto della moglie, Giuseppina Accastello (1903-1989).Immagine46

Francesco Rabotti morì al Colombaio il 5 luglio 1966, e la Fattoria rimase indivisa per quasi un trentennio sotto la cura del genero, dott. Gaetano Rennella, marito di Carla Rabotti. Ai nostri giorni, l’altra sorella, Rosamaria Rabotti Ricossa, gestisce la proprietà del Colombaio.