La Villa Frisoni opera del 1906 dell’eclettico architetto Gino Coppedé fu fatta costruire da Luigi Edoardo Frisoni che era nato in Brasile a San Pietro di Rio Grande nel 1871. Era un ricco imprenditore che si era stabilito a San Leolino, dove era proprietario e gestiva la grande fattoria e tenuta di Lupinari, già della famiglia Sanleolini. Vicino alla fattoria si fece costruire nel 1906 dall´architetto Gino Coppedè (Firenze 1866 – Roma, 1927) una villa conosciuta localmente come il Castello Frisoni. Candidato degli agrari nelle elezioni a suffragio universale del 1913 fu eletto deputato a Montevarchi nella XXIV legislatura. Gino Coppedé (nato Firenze nel 1866 e morto a Roma nel 1927) noto per il famoso quartiere Coppedé di Roma come per i suoi vari castelli-ville di Lugano, di Siviglia (castello del marchese de la Motilla) o la casa Argentina, o la cattedrale di Nossa Senhora de Nazaré a Parà in Brasile (ispirata alla basilica di San Paolo a Roma) è un architetto artista che ha un posto importante nel panorama dell’Architettura italiana dell’inizio del secolo scorso. La Villa alla morte del primo proprietario appartenne agli eredi Frisoni, dai quali fu poi venduta all’Ing. Bazzocchi, Amministratore Delegato della BPD che, a sua volta, la vendette all’Ing. Pellegrino, costruttore e imprenditore romano dedito all’edilizia che ancora oggi la possiede. Si chiama Villa ma ha più l’aspetto di un piccolo castello con tanto di torre. È oggi circondata dal giardino e da un podere con caseggiati che hanno funzioni agrituristiche che non sono altro che la vecchia “casa da signore e le case da lavoratore” della tenuta di Lupinari. Dall’esterno colpiscono subito le bifore con colonnine e capitelli in pietra, sormontate da mattonati intarsiati ad arte e vigilati da sculture di leoncini in pietra. O la loggia ad arcate che sporge dalla geometria compatta dell’edificio ed al cui interno si susseguono affreschi e dipinti murali sormontati da stemmi e blasoni, pietre mosaicate, pavimentazioni con piastrelle dipinte, che rimandano con evidenza gli azulejos portoghesi. Belli sono i soffitti a cassettoni dipinti con listoni intarsiati e travi a raggiera lungo gli angoli. La Villa Frisoni tuttavia, si distingue dalle tante altre creazioni di Gino Coppedé per la sua linearità e classicità. Molto meno pesante, meno arabescata, meno folle. Gli interni della Villa poi sono interessanti quanto l’esterno ed assommano mobili originali del momento della costruzione ad un’attenta integrazione di mobili della medesima epoca messa in atto dalla proprietà Pellegrino, con l’aiuto di valenti antiquari.