La Canonica di San Piero a Perticaia

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Il nome della località Perticaia è longobardo e deriva dalle piante che ricoprivano il suolo e dalle quali venivano ricavati i pali .La primitiva fase longobarda è confermata dalla presenza della robusta torre, ora “scapezzata” che si trova a destra dell’arco d’ingresso al chiostro. Essa fu prima un gardingo longobardo e poi una torre campanaria. Successivamente, con la presenza dei canonici nel chiostro, questa torre esercitò la funzione di campanile per raccogliere i fedeli del popolo. Il primo documento dove ritroviamo menzionata la località risale al 27 gennaio 1037, in un atto notarile con il quale il chierico Alberto donò a Grimualdo di fu Baldo la chiesa e l’oratorio di San Cristoforo e di San Martino.Della chiesa di San Piero in Perticaia si ha memoria nel 1066. Di proprietà di Rodolfo figlio di Azzo che la vendé a sua madre Gisla, della famiglia Firidolfi e questa, a sua volta, nello stesso anno la donò al monastero di San Pier Maggiore di Firenze. La chiesa aveva quasi dall’inizio un Capitolo di Canonici anche se si ignora l’anno di istituzione di questo collegio di sacerdoti. La chiesa per la loro presenza aveva un chiostro ancora esistente. Il 24 marzo 1131 il Vescovo di Fiesole Giovanni, donò San Piero con tutti i suoi beni al monastero di San Godenzo in Alpe  molto probabilmente per maggior controllo dei canonici. Dell’atto è rimasta traccia di approvazione di un Capitolo della stessa Canonica. Dalla visita pastorale del 1436 alla pieve di Rignano, anche San Piero risulta far parte di quel piviere. Nella visita pastorale compiuta nel 1532 dal vescovo di Fiesole Braccio Martelli essa risulta unita alla chiesa parrocchiale di Santa Maria a Novoli e in seguito alla scomparsa di questa parrocchia, Sinulfo Petrucci, vicario generale del Vescovo di Fiesole Pietro Camaiani, riunì San Piero alla chiesa di San Cristoforo in Perticaia il cui parroco era obbligato a mantenere un cappellano nella chiesa di San Piero. La facciata della chiesa si presenta senza porticato, con un portale in pietra, in parte sostituita. Sopra il portale c’è un archivolto a sesto acuto, con una nicchia nell’interno, dentro la quale era collocato un busto di San Pietro Apostolo, patrono della chiesa. Recentemente il busto è stato rubato da ignoti. Dal punto di vista architettonico la chiesa conserva la primitiva struttura romanica e si presenta ad una sola navata, con abside semicircolare dove si trova una monofora centrale, attualmente occultata; in sostituzione di questa vi sono due strette finestrelle nella parte bassa della parete absidale. I muri perimetrali sono spogli da intonaci, secondo lo stile romanico e presentano un paramento murario a filaretto d’alberese. La copertura a due spioventi si evidenzia per il fatto che in tutto il giro dei muri perimetrali presenta una triplice fila di listelli di cotto, inseriti a lisca di pesce; questi, sicuramente di epoca successiva, forse rinascimentale, apportano una variante che stacca l’edificio sacro dalla copertura, rialzandola leggermente. Il tetto è sostenuto da quattro capriate lignee a vista. Il pavimento in cotto ha una lieve ascesa verso l’altare. Il presbiterio è separato dalla navata soltanto da due gradini. Durante gli ultimi lavori di restauro alla chiesa nel corso degli anni’80, è stata scoperta una piccola cripta paleocristiana e un vano annesso, più basso di due scalini. La cripta si presenta con abside circolare, più piccola di quella superiore, munita di una monofora centrale richiusa e due feritoie ai lati anch’esse occultate perché seminterrate essendo stato rialzato il terreno circostante, forse quando è stata costruita la chiesa superiore. Il vano annesso alla cripta era stato adibito ad ossario nel corso dei secoli, con uso di una botola nel centro della chiesa superiore. Lungo il lato destro della chiesa di San Piero si è conservato anche il chiostro checonsiste in una serie di archi che poggiano sopra semplici pilastri di pietra. Al centro del chiostro vi è il pozzo. I muri perimetrali del chiostro, molto spessi alla base, sono a pianta pressoché quadrata e, come i muri della chiesa, in filaretto di alberese. La chiesa ospita un bel trittico attribuito al Maestro dell’Incoronazione Christ Church (fine secolo XIV, proveniente dalla vicina chiesa di Torri e un Crocifisso ligneo di pregevole fattura di scuola fiorentina (fine XV secolo – inizi XVI secolo).

 

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