Don Candido Milaneschi, un prete operaio della nostra montagna

Le news Loro Ciuffenna Notizie Terre Alte Valdarno

testo di Vannetto Vannini

Nel numero di marzo 2024 del giornale Prato Magno del comune di Loro Ciuffenna c’è un articolo di Piero Lazzerini, sindaco di Loro per due legislature, dal titolo “San Clemente. Il prete operaio è tornato a casa”.  Chi ha vissuto la montagna negli anni Sessanta del secolo scorso capisce subito che il prete/operaio è Don Candido Milaneschi, persona amata e stimata che tutti noi ricordiamo volentieri, deceduto il 4 febbraio 2024.

Personalmente ho conosciuto Don Candido sulla cima del Pratomagno a fine agosto 1964; lui guidava una comitiva partita dalla Trappola, io con due amici di Persignano (Mario e Brunetto) avevamo raggiunto la Croce venendo dal Varco alla Vetrice, facilitati fino a Montrago dalla nuova strada costruita per il ripetitore che avevamo percorso in vespina. In una mattinata cristallina e il panorama molto vasto, mi impressionò la cultura generale e geografica di quel giovane prete che con un accento marcatamente aretino, uno dietro l’altro, ci indicava il nome delle montagne lontane sull’orizzonte.  Era un prete umile, simpatico e alla mano con il quale feci subito amicizia. Andai a trovarlo in canonica alla Trappola dove a quel tempo risiedeva, per organizzare con lui alcune gite a piedi in Pratomagno perché la montagna cominciava ad avere su di me un forte fascino. Don Candido era nato nel 1935 a Pontenano e ordinato sacerdote nel 1960, anno in cui, come riporta a pag. 76 Paolo Baroni nel suo libro “la Trappola feudo dei Ricasoli “, prese possesso di quella parrocchia e ne fu l’ultimo parroco residente.

Poi lasciò la canonica della Trappola per stabilirsi in quella di San Clemente, più comoda e popolosa e con la sua giovane età, disponibilità e grande entusiasmo fu il punto di riferimento della popolazione di   gran parte delle frazioni montane di Loro Ciuffenna, perché Don Candido metteva fiducia e la popolazione aveva grandissima stima di lui.  Oltre all’ intenso apostolato religioso, la figura di questo umile prete di montagna è legata anche alla realizzazione di una grande pozza o piscina naturale appena sotto il paese, nel punto di confluenza dei due torrenti, ripulendo lui stesso la gora e il bottaccio di un vecchio mulino in disuso.

A metà degli anni Sessanta nel Valdarno aretino e fiorentino non esisteva nessuna piscina pubblica e chi voleva passare un po’del tempo dedicandosi al nuoto, era costretto dal Valdarno ad andare a Talla in Casentino, i fortunati che possedevano una macchina   anche   a Sarteano nella Val di Chiana senese, con un percorso veloce e comodo sulla Autostrada del Sole il cui ultimo tratto (Arezzo -Orvieto) fu aperto nel maggio 1964.  Poi fu inaugurata la piscina di Terranuova Bracciolini, che ricordo bene essere in piena attività nell’estate 1966; poco dopo fu aperta la piscina Las Vegas a San Giovanni Valdarno.

La libera piscina di San Clemente in Valle, che era a disposizione di tutti, ebbe subito notevole risonanza nella vallata e cominciò ad essere piuttosto frequentata nei mesi estivi. L’acqua era abbastanza fredda ma corrente e in un punto molto profonda, tanto che qualcuno pensò bene di aggiustare un trampolino da un albero dove si saliva con una corda. Gli utenti erano soprattutto maschi ma c’erano anche le ragazze. Era stata pulita e attrezzata un’area per piantare le tende e intorno alla piscina allestita una vasca per allevare trote. Nell’estate degli anni di fine Sessanta, San Clemente in Valle ebbe un momento di gloria e questo contribuì un poco a incrementare con l’acquisto di merende, sigarette, bibite, gelati e altro l’economia paesana. Se ricordo bene l’anno più frequentato fu il 1968, riferitomi questo dagli amici di Persignano/Malva perché io ero militare; della piscina ne parla ampiamente l’ex sindaco Piero Lazzerini nel suo articolo sopra citato. Dopo qualche anno una piena del borro rovinò tutto e questo fu comunque un bene perché, se fosse successo un incidente, il parroco sarebbe finito nel novero delle responsabilità. Oggi della piscina non rimane niente, solo macchie e pruni…. ricordo bene il punto del paese da dove vi si accedeva.

Don Candido fece parlare di sé anche per un’altra questione che divise l’opinione pubblica della montagna, in quanto per diverso tempo fece il prete-operaio presso la Comunità Montana del Pratomagno. Le Comunità Montane furono istituite nel 1971 e quindi   da quell’anno o dopo poco Don Candido lavorò al taglio e al rimboschimento del territorio vivendo a stretto contatto (scrive Piero Lazzerini) con gli operai che avevano nei suoi confronti rispetto e grande amicizia. Nel 1975 fu trasferito nella diocesi di Pistoia, parroco a Vellano, Sorana, Pietrabona e Castelvecchio, paesi della Svizzera pesciatina. Questo trasferimento a sorpresa destò molti sospetti negli abitanti di San Clemente e delle frazioni montane. La cosa fu vista dalla gente come una specie di punizione da parte delle autorità ecclesiastiche, d’altra parte era ancora vivo l’eco che pochi anni prima aveva visto balzare alle cronache nazionali dei giornali la vicenda di Don Mazzi e la Comunità dell’Isolotto (per chi vuole approfondire può leggere il libro edito da Laterza nel 1969 e intitolato “Isolotto 1954/1969).

Don Candidò non dimenticò mai San Clemente, d’estate veniva con i ragazzi di Vellano e soggiornava nell’area pulita e attrezzata per piantare le tende.

La notizia della morte di Don Candido è stata data dal vescovo di Pescia, città dove sono state officiate le esequie, mentre la sepoltura è avvenuta nel piccolo cimitero di San Clemente in Valle dove si trovano sepolti anche i genitori di questo parroco tanto amato in tutta la montagna.

Il CAI Valdarno Superiore ha già parlato di Don Candido in un articolo del sottoscritto pubblicato in “Quel Mazzolin di Fiori “nel mese di marzo 2016, articolo che si intitola “Anello di San Clemente in Valle e Poggio di Loro”.

Un ricordo a questo grande umile prete di montagna con il quale, per merito suo, ho fatto le mie prime esperienze in Pratomagno.

(la foto di Don Candido è stata ripresa dal trimestrale Prato Magno)

Lascia un commento