La famiglia Rubeschi era una delle più ricche famiglie della Valdambra quando, all’incirca nel secondo decennio del 1800, il capostipite di nome Antonio, riuscì a incrementare i suoi possedimenti terrieri partecipando all’acquisto di parte dei poderi della Badia di Agnano al momento della sua soppressione.
Qualche tempo dopo, sposando Maria Sanleolini, entrò definitivamente nel novero delle famiglie più importanti della zona. Ebbe un figlio di nome Carlo, nato il 25 Novembre del 1833 che in un primo tempo fu indirizzato verso gli studi universitari di legge. Vi dovette presto rinunciare per la morte prematura del padre che lo costrinse ad occuparsi dell’andamento del suo patrimonio. Nonostante non avesse finito gli studi Carlo si dimostrò un capace amministratore e divenne anche un bravo innovatore in campo agrario. Esiste un documento in cui il suo nome è associato ad una colletta, avvenuta nel 1859, per sostenere la guerra di indipendenza italiana insieme ad altri personaggi di rilievo della Valdambra. In seguito intraprese anche la carriera politica diventando Gonfaloniere di Bucine dal 1861 al 1864 e fu eletto per molti anni nella Deputazione Provinciale di Arezzo. Durante la sua vita fece ampliare e ristrutturare la villa di Capannole, sembra, su suo stesso disegno. Sposò Maria Bazzanti e morì nel 1889 ed ebbe due figli: il primo di nome Cesare a cui per testamento andò la villa di Capannole; il secondo di nome Luigi che divenne fra l’altro Sindaco di Montevarchi, luogo dove in precedenza la famiglia aveva acquistato una casa e dove viveva correntemente, al quale toccò, oltre alla fattoria di Capannole, la fattoria di Montelungo, che lo stesso Luigi fece ristrutturare. Luigi sposò nel 1886 la nobildonna Enrichetta Terrosi Vagnoli.
La villa di Montelungo, un edificio padronale del ‘700, in località Cicogna, e che si trova non lontano dall’ antica via Setteponti, è unita ad una fattoria composta da circa 200 Ha di terreno, in parte seminativo, in parte costituente una riserva di caccia, nonché da 15 Ha di vigneti. La fattoria ha inoltre annesse due cantine, una al piano terreno ed una sotterranea e da molti altri fabbricati rustici che sorgono nei terreni circostanti. Alla morte di Luigi la villa fu ereditata da sua figlia Rita. La stessa finì di ristrutturare la villa nel 1933 come risulta da una lapide fatta apporre sulla facciata ed andò in sposa a Giovan Battista Baldelli Boni, famiglia originaria di Cortona, e da allora la Villa è rimasta in possesso di questa famiglia.La fattoria di Capannole che era di proprietà del ramo della stessa famiglia Baldelli Boni, in anni recenti è stata venduta.
La Villa è un parallelepipedo con gli angoli decorati con bugnato e le facciate solcate da due cornici marcapiano e si compone di tre piani. Il primo è rialzato di alcuni gradini dal piano di campagna e nella facciata ha una porta di ingresso riquadrata a bugnato liscio, con una lunetta sopra l’architrave. Ci sono tre finestre per piano su ogni lato dell’immobile, anche queste riquadrate da bugnato liscio. Le finestre sono di evidente gusto liberty, specialmente quelle del secondo piano che sono composte da una bifora con una colonnetta centrale stilizzata e due semicolonne laterali. In alto, sopra l’architrave di ogni finestra è stata disegnata una lunetta con degli inserti in stucco decorato e i vetri sono composti da losanghe riquadrate di piombo. Il terzo piano è visibile solo per le piccole aperture sottotetto che ne denunciano l’uso a locali di servizio.