Verso la metà del Seicento comincia ad apparire nelle fonti la famiglia Occhini come proprietaria di alcuni beni fondiari a Gello Biscardo ed a Castiglio Fibocchi.
Per tutto il secolo ed il successivo la famiglia incrementa i suoi possessi immobiliari ed a cavallo del secolo questi si concentrano nella zona a su-ovest di Castiglion Fibocchi, appena fuori le vecchie mura del castello. In questo luogo, che in precedenza era appartenuto in parte anche alla famiglia nobile Del Borro, una antica “casa da lavoratore” diviene con il passere del tempo una dimora di più rami della famiglia e quindi verso la metà del 1800 viene ristrutturata completamente. Precedentemente alla dimora della famiglia erano stati aggiunti degli edifici dedicati alle coltivazioni agricole ed alle gestioni economiche della tenuta che si era espansa notevolmente. Gli Occhini non rimasero confinati in questo piccolo castello della periferia di Arezzo ma acquistarono notevoli beni anche in città e nelle immediate vicinanze. In breve divennero una delle famiglie più importanti di Arezzo divenendo con vari componenti familiari Camarlenghi, Gonfalonieri, Sindaci. La villa di Castiglion Fibocchi ebbe vari momenti di ristrutturazione e di incremento per quasi tutto l’800 ed i primi decenni del 900. Le varie modifiche terminarono prima della seconda guerra mondiale quando la villa prese l’aspetto che sostanzialmente vediamo adesso. Tra le ultime modifiche sono da notare la facciata e gli interni prospicienti il giardino che, di gusto romantico, vennero restaurati nel 1926 su commissione di Giovan Battista e Maria Teresa Occhini, come è scritto sulla vetrata d’ingresso. L’edificio inoltre subì delle modifiche in stile quattrocentesco e fu dotato di una cappella con una terracotta robbiana sul portale. Durante l’ultima guerra fu confiscato dal comando territoriale dell’esercito tedesco e subì notevoli danni. Il tutto attualmente versa in deplorevoli condizioni, come le nostre fotografie, solo in parte, documentano.
Lo stemma degli Occhini