La Villa di Monsoglio

In Valdarno Ville e Giardini Ville e Giardini Laterina

La villa di Monsoglio costituisce l’esempio più importante di residenza signorile nelle campagne a nord di Arezzo. Fra il ‘500 ed il ‘600 Filippo Peruzzi, della nobile famiglia fiorentina, rientra definitivamente in possesso dei beni della piana di Laterina.Immagine61 Nel 1566 iniziò subito a ristrutturare ed ampliare la tenuta intorno all’ex ostello della Penna ed a Monsoglio dove, in quei tempi, doveva esistere una “casa da lavoratore” ed un’osteria presso il fabbricato che aveva costituito lo “spedale” medioevale. Dal 1566 al 1574 continua ad acquistare ed a prendere a livello terreni nelle vicinanze. L’Acquisizione di terreni prosegue anche nel secolo successivo a cura dei nipoti di Filippo. La tenuta si estende così dal castello della Penna fino a Rondine. Al periodo dal 1620-1640  dovrebbero datarsi i lavori di completamento ed abbellimento dell’originaria “casa da signore” di Monsoglio. Nel 1657 Francesco Carlo Peruzzi, senza eredi, fa testamento a favore di un ramo collaterale della famiglia. Negli anni compresi fra il 1694 ed il 1710 sono situate le più importanti modifiche alla villa , Immagine62volute dal proprietario  di quegli anni: Bindo Peruzzi. Viene realizzata la scala di accesso esterna a due scalinate curvilinee con l’accesso anche inferiore a piano terra per le carrozze.  Negli anni a cavallo dello stesso secolo si iniziano anche gli affreschi nei saloni interni della villa, dove è realizzata una vasta sala su tutto il piano nobile. I pittori incaricati del lavoro sono Atanasio Bimbacci e Giovanni Camillo Ciabilli, anche se vi sono ancora dubbi su questa seconda attribuzione. Bindo Peruzzi fa anche completare la villa nelle parti laterali, sulle quali viene inserita una grande porta-finestra con balconcino. In quegli anni di grandi trasformazioni trovò la sua sistemazione anche il giardino all’italiana sul retro della villa. Attigua alla villa, sulla destra guardando il prospetto anteriore, si trova la  fattoria con doppio loggiato prospiciente una corte lastricata. Nel 1743 la villa passa per incanto ai Capponi, altra nobile famiglia fiorentina, che vi eseguono alcuni lavori di miglioramento. Nella seconda metà del secolo XVIII° sono costruite, tutt’intorno, nella tenuta, le molteplici case coloniche in perfetta aderenza ai canoni della “Casa Leopoldina da Lavoratore”, come codificato negli scritti degli Architetti Granducali Ferdinando Morozzi e Giuseppe Salvetti. Alla morte di Gino Capponi, avvenuta il 3 Febbraio 1876, la villa passò per eredità al Marchese Carlo Incontri che la vendette al Marchese Francesco Giovanni Pasquali da Copparello. Nel 1884 la tenuta, alquanto degradata a partire dal Settecento fino alla proprietà Capponi, ricomincia a crescere sotto la nuova proprietà che apporterà notevoli miglioramenti anche se non vennero modificate le strutture della villa. Dal 1997 la villa appartiene per eredità a Gian Luca e Marina Mosiici. Come ultima notizia è forse interessante sapere che durante il periodo dell’ultima guerra mondiale l’ospedale di Arezzo fu sfollato nei locali della villa.Immagine63