Il Toponimo è spesso indicato come “Le Pievi”. Ciò non deve essere inteso come se vi fossero più di una pieve ma come derivante dal latino plurale “plebes” cioè “popoli” che facevano parte e costituivano il territorio di una pieve e non da “plebs” che in effetti indicava un solo edificio sacro dove era posto il fonte battesimale. La nostra Pieve è una delle più antiche del Valdarno ed era intitolata a San Cassiano, santo venerato dai Bizantini. Si poneva in un percorso molto antico, molto probabilmente vi era in luogo una villa romana prima dell’edificazione della prima chiesa, che la vedeva a guardia, insieme ai castelli della Penna e di Rondine, della strada che dal ponte Buriano arrivava al ponte Romito, gli unici due ponti esistenti sull’Arno da tempi immemorabili ed ancora funzionanti ai nostri giorni. Dopo il passaggio di questi territori di frontiera, verso il 650 d.c. ai Longobardi, la chiesa fu dedicata anche a Sant’Ippolito, un santo venerato appunto da questi ultimi. In effetti la prima chiesa fu molto probabilmente distrutta nell’invasione dei barbari che si attestavano sulla riva sinistra dell’Arno, mentre i Bizantini mantenevano varie fortificazioni sulla destra del fiume, fra le quali appunto il sito della pieve. Nel XIII° secolo la chiesa viene allargata e vengono edificate tre navate absidate. Ma siamo in un periodo di grandi lotte fra feudatari e città comunali tanto che, alla fine di quel secolo, la pieve viene abbandonata, ed il culto viene trasferito nel Castello di Laterina che è stato appena edificato quasi ex novo. Diviene quindi una casa colonica che lentamente ne nasconde e ne modifica i caratteri religiosi a partire dalla modifica delle absidi che non sono più esistenti. Rimane la torre che in tutto il degrado che la circonda sembra stare li eretta a ricordarci che non possiamo far finta che non esista e che quindi sta attendendo dei restauri doverosi ed urgenti.
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