Il Ponte del Cova nella gola del Resco Simontano, fra Piandiscò e la Canova

Castelfranco/Pian di Scò Comunicazioni In Valdarno Terre Alte Valdarno

Il  torrente Resco Simontano circonda da un lato il paese di Piandiscò scorrendo in una profonda  gola e l’attraversamento del torrente da parte dell’antica viabilità è sempre stato problematico. Questo corso d’acqua è chiamato Resco Simontano perché  passa dalla località Simonti, a valle di Piandiscò, e per distinguerlo dal Resco  reggellese che passa da Reggello. I due torrenti si riuniscono poi in località Vaggio e terminano con un solo corso nell’Arno davanti a Figline Valdarno dopo aver attraversato il paese del Matassino. Il percorso della strada maestra,  poi chiamata Via dei  Sette Ponti, che doveva originariamente passare davanti alla facciata della pieve romanica, fu sicuramente spostato nel retro della chiesa  per un movimento franoso. Questa strada per evitare grossi ponti   percorreva un itinerario più alto dell’attuale  attraversando con un ponte di legno il Resco nei pressi  di Campiano  riportato nelle  carte e portandosi poi a  Cella, Casa Biondo , Castagnola , Casamanno scendendo a  Mandri

Esisteva un altro percorso  solo per il traffico di animali a soma, che attraversava con un ponte ad un arcata il Resco Simontano in fondo alla gola  sotto la Pieve, per portarsi con un percorso inizialmente molto ripido a la Canova dove esisteva un ospedale per i pellegrini. Questo ponte che esiste tutt’oggi è chiamato Ponte del Cova  (forse il ponte prende questo nome perché vicinissimo c’è un molino, chiamato molino del Cova e il Cova potrebbe essere stato uno dei mugnai) ma da alcuni è chiamato anche “Ponte di Annibale”.  Sicuramente nel 1780, per evitare sia  il ponte di legno  verso Campiano che spesso poteva essere portato via dalla piena del Resco e  quello in fondo alla gola che porta alla Canova, fu costruito il ponte a due arcate detto  “ponte della Cella “ perché portava direttamente a Cella,ponte  i cui ruderi sono visibili anche oggi  e che fu sostituito intorno al 1865 con la rettifica della strada e la costruzione del Ponte Nuovo che poi fu distrutto dai tedeschi in ritirata e ricostruito nel secondo dopo-guerra. Il Ponte  Nuovo è il ponte più alto di tutta la strada dei Sette  Ponti.

Nel libro “Pian di Scò, un borgo e la sua pieve” di S. Sassolini e A. Dezza   si legge a pag 81 che  nella carta 261- Popolo di Santa Maria a Scò (circa 1580- 85) non è riportata la presenza di questo ponte ad un arcata sul  Resco  tra la pieve e la Canova e posto sul confine della giurisdizione di Cascia-Reggello. Eppure tutto lascia pensare che un ponte sia esistito fin da epoche molto remote nella gola del torrente, dal momento che si deve necessariamente ammettere un collegamento fra la pieve e gli abitanti della Canova che facevano parte del popolo di  Piandiscò anche se civilmente dipendevano prima dalla podesteria di Cascia, poi da quella di Reggello. La stessa presenza di uno “ spedale” alla Canova di proprietà della Compagnia dell’Assunta di Scò autorizza a ritenere che qui transitasse una strada di una certa importanza. Anche nelle carte dei pievani, che pure lamentavano i ripetuti danni delle piene  del  Resco, non è stata rintracciata la notizia  di un ponte di collegamento fra la pieve e la Canova, che però è molto presumibile che ci fosse stato.

Si può pensare che il ponte, pur esistendo, non è stato riportato nelle carte dei pievani perché l’intera scarpata di sinistra  del torrente qui incanalato in una profonda gola, sia stata come tante altre volte, interessata da movimenti franosi e che il ponte esistente fosse perciò rovinato e che sia stato ricostruito nei decenni successivi.

Come riportato da un opuscolo del comune di Piandiscò, il ponte del Cova fu ricostruito nel XVI secolo nella forma e nella posizione attuale e da allora è rimasto un punto importante per chi vuole andare a piedi da Piandiscò alla Canova, fra l’altro questo tratto coincide con il sentiero CAI 33 di cui porta la segnaletica.

Questo ponte in pietra, slanciato e ad una sola arcata è una autentica testimonianza della antica viabilità, ha sfidato bene per secoli le piene del Resco Simontano e perderlo sarebbe un danno per la storia della comunità di Santa Maria a Scò e per la popolazione intera, fra l’altro poco prima del ponte, scendendo da Piandiscò, è stata costruita anni fa una piccola area attrezzata con tavoli e panche per sostare in un ambiente particolare  e altamente suggestivo.

                                                                                                                                    

Foto e testo di Vannetto Vannini

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