Concluse le vacanze estive e visto l’approssimarsi della stagione invernale pensavamo di goderci una tra le ultime domeniche di bel tempo nelle nostre care Apuane. Il GAP ha organizzato per il giorno 21 Ottobre 2012 un’uscita sul Monte Procinto, il programma prevede la partenza domenica mattina alle ore 07.00 presso il parcheggio davanti il negozio Porcellotti a Terranuova Bracciolini , rientro in serata. Ci divideremo in due gruppi che svolgeranno due itinerari distinti ma vicini: gruppo A via alpinistica “capanna ceragioli”, gruppo B via ferrata del monte Procinto.
Chi fosse interessato a partecipare alla giornata contatti telefonicamente Stefano o Alessandro che forniranno tutti i dettagli per domenica.
Stefano 3939200684
Alessandro 3382652977
LA VIA ALPINISTICA
La via in origine prevede una sosta intermedia per dividere L2 e L3. Attualmente una richiodatura recente a ferle resinate ha unito i due tiri, trasformandoli in variante di di uscita per la classica via Capanna Ceragioli. Il tiro è molto protetto e data la lunghezza è bene munirsi di almeno 16 rinvii oppure saltare alcune delle protezioni più ravvicinate. E’ altresì possibile sostare in vari punti intermedi sfruttando un resinato e una protezione naturale (numerose clessidre).
L’attacco della via si trova in corrispondenza dello spigolo Nord Est, pochi metri prima (provenendo dal ponticello) dell’attacco della via “Capanna Ceragioli da nord”.
L1 – tiro decisamente verticale ed esposto, ma ottimamente chiodato (ferle a 3 metri, anche clessidre e vecchi chiodi intermedi a volontà); si tratta di superare una sequenza continua di strapiombetti e passaggi verticali ben appigliati, circa 5b, 30mt.
L2 – inizia verticale come prima (5b), poi si appoggia e si articola ulteriormente (5a) fino alla sosta. Conviene saltare la prima sosta e seguire il terrazzino verso sinistra per pochi metri ascendenti, fino alla seconda sosta sempre su stesse ferle. Qui finisce la richiodatura del tracciato originale della Capanna-Ceragioli. La continuazione è ancora più a sinistra, non l’ho vista. 25mt.
L3 – qualche metro di fessura a sinistra poi strapiombo davvero arcigno, 6a, azzerabile, con un passaggio sul 5c subito sopra. Ancora più sopra diventa facile, sul IV-, fino ad arrivare alla base di una placca. Se la corda tira (e con le mezze corde tirerà) conviene fermarsi poco sopra il primo alberino e prima della placca, su una sola ferla (15mt.). Se la corda scorre si prosegue su 6-7 metri di placca ben ammanigliata, che però verso l’alto oppone un piccolo strapiombetto con uscita su placca liscia (per fortuna clessidra tra le due ferle) e poi lama, 5c/6a e 5b, sosta con due ferle poco sopra, accanto a un secondo alberello (25mt.)
L4 – se considerata dalla sosta a due ferle, si sale sopra l’alberino su una placca lisca con alcuni appigli in fessura e poi lama, 5b, quindi terreno via via più facile fino all’uscita di IV-, 25mt.
Per la discesa è possibile scendere a piedi dalla cima oppure in doppia seguendo le calate della via Innominata che riconducono a pochi metri dall’attacco (necessarie in questo caso due corde da 50m).
LA FERRATA
La ferrata inizia con una scaletta metallica ,installata per la prima volta nel 1954,quindi si prosegue per il primo terzo dell’itinerario lungo una parete abbastanza compatta sulla cui roccia è stata scalpellata,con sapiente andamento,una lunga fila di ampi gradini ;questo tratto di via è costantemente accompagnato da una catena a sinistra e da un cavo metallico a destra,da utilizzare in maniera intensiva insieme ai numerosi pioli infissi nella roccia per la generale assenza di buoni appigli naturali per le mani;la salita non è faticosa ma dopo qualche metro l’esposizione e la sensazione di essere isolati sulla roccia si fanno abbastanza impressionanti. Il tratto successivo,integralmente accompagnato da catena metallica,inizia in un canalino che si attacca salendo verso sinistra con uno dei pochi passaggi dotato di appigli ed appoggi quasi completamente naturali;si prosegue in salita nella vegetazione,superando qualche breve risalto roccioso reso più agevole da numerosi gradini scavati,fino ad imboccare una cengia ampia ma esposta che,traversando la parete verso sinistra,conduce all’ingresso del canalone terminale . Si entra con decisione nel canalone mantenendosi sulla destra,e sempre in presenza di una catena metallica lo si risale, sfruttando alternativamente il fondo del canale oppure superando qualche bella paretina sulla destra dove i vari passaggi sono comunque resi meno impegnativi dai gradini scavati; si esce infine nel boschetto sommitale del Procinto (ultimi tratti di sentiero dotati di mancorrente in cavo metallico),con un paio di tornanti in modesta pendenza si esce dalla vegetazione e,percorrendo gli ultimi pochi metri allo scoperto,si raggiunge il cucuzzolo sommitale con croce metallica e libro di vetta (1177mt-40′-1.40h). La vetta è abbastanza ampia e molto panoramica,con splendide viste soprattutto sul gruppo delle Panie e sul Monte Corchia;il Mar Tirreno sembra comunque a due passi.