Prati incolti del versante amiatino: note su alcuni singolari artropodi di interesse naturalistico

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Gli Insetti Neurotteri

L’ordine dei Neurotteri, categoria di insetti molto discussa a livello sistematico e quasi non più accettata dagli specialisti, è poco nota al grande pubblico venendo assimilati così alle libellule, alle mantidi, alle mosche e addirittura alle farfalle.

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Neanche il Formicaleone, il più vistoso tra i neurotteri e uno degli insetti dal comportamento più curioso, è riuscito a conquistarsi una fama al di là dell’ambito puramente specialistico. È emozionante vederlo improvvisamente spiccare il volo e di nuovo sparire nell’erba secca. La famiglia è quella dei Mirmeleonidi, o leoni delle formiche che si riconoscono agevolmente in volo dalle libellule per le ali leggerissime e delicate e le antenne visibile e ritorte, il volo stesso è molto meno potente.

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Le larve invece estremamente caratteristiche, vanno invece cercate con un colino da cucina sotto quei caratteristici imbuti di sabbia al livello del terreno, tipici dei terreni aridi e sabbiosi. Le larve, dalla testa mostruosa armata di mostruose mandibole, si comportano in due modi: alcune scorrazzano di notte cercando piccole prede che attanagliano succhiandone i liquidi interni, altre specie preparano invece i suddetti imbuti e vi si insediano in fondo da dove, lanciando granelli contro insetti curiosi o caduti dentro l’imbuto – trappola, ne aspirano come consueto i liquidi vitali. I granelli di sabbia servono di nuovo alla larva per formare un astuccio protettivo in cui compiere indisturbata la metamorfosi. La specie rappresentata nella foto è forse la più grande d’Italia e va sotto il nome di “Palpares Libelluloides”, dove sono evidenti le grandi dimensioni. Questi grossi insetti dal volo incerto e pesante vivono nascosti durante il giorno nella vegetazione, mentre al tramonto abbandonano i rifugi attirati da fonti di luce come fanno le falene, in cerca di piccole prede. La riproduzione è sempre notturna e le uova vengono deposte nei luoghi aridi dove le larve nasciture prepareranno le loro formidabili trappole In molte specie di fiori del bacino del Mediterraneo è facile notare posati sui petali, dei piccoli insetti Coleotteri, dalla livrea blu-nerastra barrata da fascette rossastre, che prendono subito il volo se disturbati. Sono i Tricodi delle Api. Sono insetti completamente innocui a livello immaginale (fase adulta, quella rappresentata nella foto), ma possono essere abbastanza nocivi allo stato larvale. Infatti i bruchi, mobili e vivaci, si insinuano nei nidi di altri insetti e alveari avventandosi sui bruchi e divorandoli. Riescono a compiere vere e proprie stragi passando di cella in cella specialmente quando le arnie non sono sorvegliate dallo sciame. La famiglia dei Miturgidi, appartenente agli ordine dei ragni, classe degli Aracnidi. I ragni della famiglia Miturgidi non costruiscono ragnatele ma sono cacciatori notturni che trascorrono la giornata in un sacco sericeo di loro costruzione. Alla famiglia appartiene il ben noto (agli specialisti) e temibile Cheiracanthium Punctorium. L’esemplare fotografato nella mano dell’autore dell’articolo è stato estratto dal suo bozzolo come si vede meglio nella seconda immagine. Questo ragno diffuso in tutto il bacino del Mediterraneo, pare che in Germania la specie sia a rischio, è uno dei pochi di quelli europei il cui morso può avere conseguenze piuttosto dolorose per cui si consiglia di non imitare l’autore azzardandosi ad aprire i sacchi sericei, che si trovano attaccati alla vegetazione. Le conseguenze sono simili a quelle della puntura di una vespa o un’ape, ma la letteratura riporta anche episodi di paralisi e brividi febbrili. Il bruciore può durare da qualche giorno a qualche settimana, tra l’altro i cheliceri conficcati nella carne non si staccano molto facilmente. Il comportamento sessuale del maschio è piuttosto curioso, esso infatti tesse il suo sacco vicino a quello della femmina, ultimata la muta, si uniscono in una unica struttura, che ricorda più una tela. A partire da Agosto la femmina sorveglia nella tana circa 100-300 uova e dopo la schiusa di queste accudisce i piccoli.

Testo e Foto di Mario Morellini

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