Il torrente Giglio attraversa Montevarchi in un punto che fino al XVIII° secolo era distante dalle mura del paese e, tra l’altro, aveva al momento un altro nome poiché era conosciuto con quello di “torrente Ricasoli” dalla località dove nasceva e da dove proveniva. Sul torrente esisteva un ponte che permetteva il passaggio della strada che da Montevarchi si allontanava per arrivare a San Giovanni Valdarno.Su di un lato del ponte era collocato un tabernacolo e su questo tabernacolo era affrescata un’immagine della Madonna con bambino, che era detta appunto “la Madonna del Ponte”.Verso la fine del XVI° secolo l’immagine cominciò ad essere venerata profondamente dalla popolazione in quanto fu ritenuta miracolosa ed il luogo fu oggetto anche di numerose apparizioni della Madre di Dio. La devozione aumentò sempre di più e il tabernacolo e l’immagine divennero oggetto di pellegrinaggio di un numero sempre maggiore di persone. I fedeli chiesero così il permesso di innalzare una chiesa nel luogo santo in cui ricoverare l’immagine della Madonna. Le richieste furono molto insistenti e così, nel 1589, il Vescovo di Fiesole, con propria bolla, accordò la facoltà di costruirla. Sappiamo che per la costruzione ci vollero molti anni, nel 1621 infatti ancora non era stata completata la facciata, ma se pensiamo che i denari occorrenti furono messi a disposizione solo dai fedeli la cosa non può sorprendere. L’edificio ha i caratteri architettonici propri degli edifici di quel periodo, che era compreso nel manierismo ma, singolarmente, lo stile complessivo dell’edificio che ne è risultato non risente del lungo periodo che fu necessario per la costruzione e ci appare piacevolmente unitario, molto mosso nei volumi, oltre che sobrio e contenuto nella decorazione. Non sappiamo chi sia l’autore del progetto anche se è ipotizzabile che più di un “muratore” , come venivano chiamati allora gli architetti vi abbia messo mano, essendo state edificate in tempi diversi, come abbiamo detto, le varie sue parti. La facciata è rivolta a nord e vi è posizionato un oculo che è la caratteristica più evidente, per la forma della sua cornice, del periodo manierista. L’edificio è a navata unica e croce latina con pavimento a cotto. Sul presbiterio è posizionato un timpano quadrato che sorregge una agile cupola che all’esterno è coperta di tegole rotondeggianti. Sopra la cupola si erge la lanterna, anche questa di pregevole fattura, costruita nel 1613 dal “maestro Tommaso di Firenze”. Ultimo coronamento sul tetto un agile e non banale campanile a vela con quattro campane. Molto decorativo è il loggiato di 15 arcate a mezzo tondo su agili colonne di tipo toscano che poggia su di un basamento rialzato dal piano di calpestio e che circonda la chiesa su tre lati. Fu posto in opera in un periodo successivo alla costruzione della chiesa anche se presumibilmente nel XVII° secolo. L’interno, oltre all’immagine miracolosa che ne ha determinato la nascita contiene alcune opere del 6-700. Dopo la costruzione l’Oratorio fu suffraganeo della Collegiata di San Lorenzo. In seguito la chiesa fu elevata ufficialmente a Prioria nel 1786 quando fu formata anche la relativa parrocchia scorporando terreni case e famiglie dalla parrocchia di San Lorenzo. Il fonte battesimale arrivò solo nel 1933.
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