La Badia dei SS Tiburzio e Susanna di Agnano

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La fondazione della Badia, che in origine era dedicata a Santa Maria, si deve collocare a primi del Mille ed è dovuta, molto probabilmente, alla nobiltà feudale impersonata in questi luoghi dalla famiglia degli Ubertini, come per la Badia a Ruoti, Immagine20che si esprimeva, fra l’altro, nel patronato di tali strutture religiose. Era in origine benedettina ma, dopo alcuni decenni di vita, con il decreto del 4 novembre del 1113 di Papa Pasquale II° che includeva l’Abbazia di Agnano con quella di Ruoti nell’ordine camaldolese,  venne obbligata ad assumere  la molto più rigorosa regola camaldolese. Tale decisione fu sempre decisamente contrastata dai monaci di Agnano che vi vedevano un chiaro freno alla loro indipendenza, tanto che nel 1294 L’Abbazia ottenne il privilegio, di cui usufruivano solo le più grandi abbazie, di essere sottoposta direttamente sotto la protezione del Pontefice. Un’ulteriore privilegio venne accordato nel 1352 quando i monaci ottennero la facoltà di indossare di nuovo gli abiti della regola benedettina, cioè di colore nero in luogo del bianco dei camaldolesi. In breve tempo ampliò il proprio patrimonio immobiliare con acquisizioni e lasciti e divenne proprietaria di vasti territori in Valdambra, Val di Chiana e Valdarno, soprattutto verso Arezzo. Numerose erano le chiese suffraganee del circondario fra le quali Santa Maria in Gradi appunto alle porte di Arezzo. La Badia era inserita, come badia fortificata, nel castello di Agnano e ne seguì sempre le sorti. I secoli XII° e XIII° furono secoli difficili per la popolazione e per i monaci. Violenti erano gli scontri fra le fazioni guelfe e ghibelline, per non parlare del fatto che trovandosi in un territorio di confine fra Firenze e Siena ebbe a subire numerosi contraccolpi dalla guerra fra questi due comuni fino a tutto il XV° secolo. Anni difficili dicevamo che fecero si che l’Abate di quegli anni: Basilius facesse nel 1350 atto formale di sottomissione al Popolo ed al comune di Firenze per poterne godere la protezione. Nel 1470, con la bolla del Papa Paolo II°, iniziò la teoria degli abati commendatari nominati direttamente dal pontefice. Come successo per moltissime altre abbazie l’avvento dei “Commendatari” mise in crisi Agnano facendola addirittura divenire sottomessa a Santa Maria in Grado. Il periodo della Commenda terminerà con un Santo: Carlo Borromeo che, non sentendosi in grado di amministrare la Badia da lontano, la conferì di nuovo al Monastero di Camaldoli nel 1594. Si presuppone che il cambio di titolazione sia avvenuto proprio nel XVI° secolo al tempo dell’Abate Leonardo.

Con le disposizioni di Papa Innocenzo X nel 1652 la Badia fu soppressa e da quel momento termino l’esperienza monastica, essendo ridotta l’Abbazia di Agnano ed il paese a semplice parrocchia, condotta da un sacerdote nominato dalla Badia di Arezzo fino al 1653. Il patrimonio rimase quasi invariato fino all’Ottocento quando iniziò anche il suo declino. Vi furono le vendite del sia dei poderi che degli immobili adiacenti che, venduti a privati, furono trasformati in civili abitazioni. Nel 2003 è iniziato il restauro del complesso che lo ha condotto nelle attuali condizioni.Immagine21

La chiesa presenta, come quasi tutte le Badie, un’unica navata con due cappelle laterali all’altezza del presbiterio che ne costituiscono il transetto. Bellissimo è il filaretto di alberese che costituisce le alte pareti che sostengono un tetto a capriate. I conci della facciata sono  più grandi ma meno omogenei. Nel retro sono posizionate le tre absidi ed il campanile. Il nuovo fonte battesimale poggia su di un antico basamento dove è visibile lo stemma camaldolese: due colombe che si abbeverano dallo stesso calice, che simboleggiano il dovere di ogni uomo che consiste nel pregare e nel lavorare.

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