IL PROGETTO SCUOLA E LA LOCO-EMOZIONE

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IL PROGETTO

Nella nostra Sezione, dopo una collaudata sperimentazione, dovuta anche all’impegno profuso in passato (ed ancora) da Lorenzo Bigi e di pochi altri, ha visto un sempre più ampio riconoscimento del CAI, come organizzazione specialistica ed affidabile da parte del Provveditorato agli Studi. Per conseguenza diversi Istituti Medi, Superiori ed Elementari, esclusivamente dell’area Valdarnese Aretina, hanno prospettato una corposa richiesta della nostra assistenza per sviluppare escursioni nelle nostre zone.

Al compiacimento per questi attestati di fiducia ed il riconosciuto meritato ruolo sociale nel territorio, si è immediatamente attivata l’esigenza di strutturare il “Progetto Scuola”, come un’attività organizzata e razionale da inserire tra i non pochi impegni ed interessi, che possano essere assolti con adeguato successo.

Alla richiesta del Consiglio Direttivo di partecipazione come Accompagnatori c’è stata una sorprendente ed ampia risposta dei nostri soci, tanto che questo ci ha consentito in primo luogo, di affrontare le richieste di tutti gli Istituti senza penalizzarne alcuna, in secondo luogo ha reso necessario strutturare gli accompagnatori con la nomina di tre coordinatori a cui è andato l’onere dell’organizzazione.

In sintesi, a tutti gli Istituti sono stati sottoposti:

 – il protocollo di adesione al nostro intervento, dove, anche richiamando l’intesa sottoscritta dal Cai Nazionale ed il MIUR, sono state disciplinate le modalità d’intervento e le attribuzioni delle responsabilità;

– un carnet di dieci escursioni, essenzialmente facili ed al più di medio impegno; le stesse che sono state ampiamente dettagliate, sia nei contenuti tecnici, che negli aspetti di interesse da fruire nel loro svolgimento, cosicché ogni Istituto ha potuto scegliere quali affrontare, nelle date in cui saremmo stati disponibili per loro.

– Negli incontri con i referenti di tutte le scuole sono stati perfezionati gli accordi, sottoscritti i protocolli ed assegnati gli accompagnatori ad ogni escursione.

Per dare una sommaria dimensione del progetto ecco i numeri:

  • 18 Soci Accompagnatori, inclusi i tre coordinatori;
  • 10 Istituti Scolastici interessati;
  • 20 escursioni programmate;
  • Oltre 600 studenti nominalmente interessati;

Ad oggi siamo a metà dell’opera, il progetto sta funzionando; possiamo dire che non è facile suscitare interesse in questi giovani, ci stiamo provando, è comunque piacevole la ricerca di dialogo con loro, si “spargono” semi, resistono nello scetticismo, ma sappiamo della fertilità delle loro menti, siamo certi che qualcosa rimane. Con i professori si stanno creando sinergie ed affiatamento, più o meno tutti manifestano intenzioni e progetti per il prossimo anno.

La LOCO-EMOZIONE

Tra le cose piacevoli, il 31 marzo scorso c’è stata un’interessante iniziativa tra i Licei di Giovanni da Sangiovanni e la quarta elementare della Rodari che vi racconto.

All’interno del giardino Epicuro, con il saluto della Preside, si è avviato un bell’incontro con una piacevole cerimonia di abbinamento dove ogni studente del liceo si è fatto “tutor” di un alunno della 4 elementare; al termine, nello spazio che ci avevano riservato, abbiamo avuto modo di presentare la nostra Sezione; vi è stata una grande attenzione di tutti.

Per incuriosirli ed intavolare un dialogo abbiamo cercato di spiegare uno dei tanti perché del nostro interesse per il CAI e della sua esistenza. Ci siamo interrogati: perché si salgono le montagne? Perché si fa trekking? E’ difficile trovarci una logica: A pensarci bene chi o che cosa ce lo fa fare? Tanti si domandano: Durar fatica senza un tornaconto concreto! Chiediamo se anche ai loro occhi pare un po’ strano, certo non è conveniente, vero? Eh sì! Usar le gambe è certo il modo più lento, faticoso e vecchio per muoversi. Ma, bisogna ricordarsi che sono il più vecchio ed insostituibile mezzo di locomozione!  Volevamo portarli lì, per dare loro, una spiegazione criptica nel neologismo loco-emozione (non esiste davvero, ma rende così bene l’idea):

Perché salire le montagne, fare trekking è il nostro mezzo di loco – emozione!

Perché prima di tutto ciò che ci spinge è la ricerca dei luoghi delle emozioni.

Perché l’andare lento è riflessivo delle nostre sensibilità.

Perché ci consente di cogliere le emozioni per le “opere” della natura e dell’essere umano.

Perché salire ci apre all’emozione degli orizzonti sempre più ampi; luoghi, dove abbiamo bisogno di spingere l’animo fino anche a perdersi, oppure a ritrovarsi

Sarà rimasta impressa la spiegazione?

Lo si spera e buona loco-emozione a tutti

Federigo

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