Il Castello di Pianfranzese

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Il Castello di Pianfranzese è un castello scomparso. Ma la sua memoria, con tutto quello che si porta dietro, non deve essere dispersa. Per questo lo inseriamo in una nostra scheda associata ad un percorso del nostro sito. Immagine61Passando nelle vicinanze si potranno legger queste brevi note che ci rammenteranno la profondità della nostra storia ed insieme un episodio poco edificante di miopia economico-sociale dei nostri giorni. Il nostro castello infatti è stato abbattuto nel 1983 per consentire lo sfruttamento di un poco duraturo filone di lignite che serviva a mantenere in attività la centrale di Santa Barbara. Oggi questa centrale, fra l’altro molto desueta, è alimentata a metano perché il filone lignitifero si è da lungo tempo esaurito ma, ormai, il castello è stato distrutto.Immagine62

La località prende il nome proprio dal castello dei “Franzesi” che, come molti sanno, era una famiglia della nobiltà figlinese di derivazione longobarda. Il capostipite, Guido della Foresta, che molto probabilmente era stato vassallo degli Ubertini, acquisì, verso la metà del XIII° secolo, varie proprietà in quello che anche a quel tempo era il Pian D’Avane. Su queste proprietà i figli di Guido, che avevano fatto fortuna in Francia, fecero edificare, alla fine del secolo, il Castello, che divenne la loro casa al momento del loro ritorno in patria. Il Castello fu inserito nel sistema di possessi della famiglia Franzesi-Della Foresta insieme al Castello di Figline, a Montedomenichi, a Badia Montemuro, al Castello di Celle, ecc. La prima prova documentale dell’esistenza del castello è del 1308. Nel 1524, ormai tramontata da tempo la stella dei Franzesi, sappiamo che fu acquistato dalla famiglia fiorentina dei Capponi che lo sottomise ad un profondo restauro nel gusto rinascimentale. Rimase nella proprietà di questa famiglia fino all’Ottocento, quando passò alla famiglia Ricasoli-Firidolfi. Nel 1935 approdò nella proprietà della Società Agricola Valdarnese che lo indirizzò in quella dell’ENEL in cui si trovò al momento nel quale fu deciso di sacrificarlo sull’altare della “produzione”.

Immagine63Fortunatamente nel 1978 fu scritto un bellissimo libro: – “Pian Franzese”, Ed. Bertelli e Piccardi – a cura di Giuseppe Marchini — che oggi può essere consultato per rendersi conto del notevole pregio di tutto l’insieme del complesso monumentale. In questo libro, veramente completo sia nei commento storico-architettonico e con un bellissimo repertorio fotografico, sono inseriti anche notevoli disegni che spiegano minuziosamente la struttura dell’edificio. Da tale libro sono prese la fotografia e il disegno che presentiamo.