Il Borgo di Ostina si presenta oggi con le case addossate le une alle altre divise da piccoli spazi lastricati e con alcuni muri di evidente fattura medioevale nelle corti delle abitazioni e nelle muraglie che circondano il paese. Il toponimo deriva dal personale etrusco Hustna che la dice lunga sull’età del luogo, anche se non sono stati fatti rinvenimenti archeologici di quel periodo. Davanti al borgo sorge la chiesa di San Tommaso, con la canonica adiacente. La chiesa di San Tommaso ed il borgo devono aver preso vita, come testimoniano le tessiture murarie dell’edificio religioso, tra XII e XIII secolo. La chiesa costruita nel Castelnuovo di Ostina è menzionata nel libro di Montaperti nel 1260 come dedicata a San Thomè ed in seguito a Santa Lucia e San Tommaso di Ostina. E’ nominata nei Decimari del 1274 e del 1302-3. A questa data la chiesa aveva già accorpato le chiesette castellane di San Biagio del castelvecchio di Ostina e di San Clemente a Luco (1277). Nel 1314 risulta in parte ristrutturata come si legge nell’architrave del portale d’ingresso; nello stesso periodo, dopo la distruzione definitiva del castelvecchio (1305) e l’abbandono del castello di Luco, la popolazione dei due insediamenti si spostò nel nascente nuovo borgo, il castelnuovo delle fonti scritte. Nel 1342 un atto rogato nel castello ci informa della presenza di mura, di cui oggi rimangono solo qualche lacerto inglobato nelle abitazioni. Nel 1427 in un altro documento Ostina viene definita ancora come castello e come borgo di cui però non si fa più menzione delle mura. La chiesa, orientata est – ovest, è ad unica navata e misura 16 m di lunghezza per 8 di larghezza. All’edificio sono stati aggiunti nel corso del Settecento la canonica e la sacrestia (1748). Nel secolo scorso alla facciata è stato addossato un porticato di forme neoclassiche. Nel 1314 è stato inserito al centro della facciata il portale d’accesso ad arco realizzato in conci a cuneo di arenaria; la lunetta dell’arco, tamponata in mattoni, conserva tracce di affresco. Il paramento murario di facciata e del lato nord – dove si vedono aperture e tamponamenti realizzati tra XVIII e XIX secolo – è costituito da conci di arenaria perfettamente squadrati, lavorati a subbi e posati in corsi regolari paralleli; la tessitura è di notevole realizzazione tecnica, forse opera di maestranze specializzate, ed in buono stato di conservazione. La Chiesa è stata interessata negli ultimi anni da vari episodi mistico-religiosi.