Gello Biscardo si trova ad una altezza di 489 metri sul livello del mare sotto “Poggio della Baselica”, metri 777 sul livello del mare, probabile sede di un vicus romano (o forse meglio bizantino) con un edificio che veniva chiamato Basilica ma che non necessariamente era una chiesa, ad evidente controllo dei passi che dal Valdarno superano il Pratomagno per portarsi in Casentino e viceversa, specialmente quello vicino della Crocina. Il piccolo nucleo montano di Gello Biscardo, dal quale, in collegamento con “Poggio della Baselica” può essere considerato il primo insediamento da cui ebbe inizio il popolamento dell’area, unica frazione di Castiglion Fiboccchi, ha come il capoluogo, come abbiamo appena accennato, origini antiche. Il toponimo potrebbe derivare dal vocabolo latino” agellus” (campicello, piccolo podere) e dal personale germanico “ Wiscard” che dovrebbe essere stato il signore del luogo; il Repetti da un’altra interpretazione, ricordando che questo castello, come quello di Carda era appartenente agli Ubertini,: “Dondochè non sarebbe troppo ardita induzione di chi opinasse che, per distinguere questo dal castello di Carda degli Ubertini, lo appellassero Biscardo, quasi Bis Carda, o seconda Carda”. Il borgo medioevale di Gello Biscardo sebbene sia di origini antiche è probabile che sia un insediamento dell’incastellamento del XIII° secolo, quindi piuttosto tardo. Anche questo “piccolo paese montano”, come il capoluogo, fu inizialmente un possedimento dei Conti Guidi e quindi dei loro sodali gli Ubertini. Subì poi le stesse alterne vicende del capoluogo, nelle ricorrenti lotte fra Guelfi e Ghibellini, fra Firenze ed Arezzo, fino a quando entrò a far parte della Repubblica Fiorentina nel 1384, dopo la sconfitta definitiva di Arezzo. Nel piccolo nucleo di casa Fini si dovrebbe cercare il primo insediamento da cui ebbe poi origine l’attuale villaggio. Nei documenti medioevali la località, chiamata anche Gello Giuscardo o Viscardi, ebbe un castelletto dipendente, come abbiamo ricordato, dagli Ubertini che nel 1385 aveva dai 22 ai 30 uomini di difesa. Nel “Decimario Vaticano” è scritto che la chiesa di San Giovanni a Gello, pagava le decime previste e che detta chiesa dipendeva da quella di S. Quirico Sopra Arnum, i cui resti si vedono ancora oggi, in un rilievo che si trova quasi equidistante fra Gello e Castiglion Fibocchi . L’edificio, ad una sola navata con altari in stucco tardo-settecenteschi, fu quasi del tutto ricostruito nel XIX secolo. Attualmente presenta il tipico aspetto delle chiesette rurali a capanna con campanile a vela a tre fornici. Nella relazione di una visita pastorale del 1571 si annota che la chiesa fu trovata in buone condizioni e che la popolazione che da quella dipendeva era di 100 persone. Nel 1774 il paese viene unito al comune di Castiglion Fibocchi. Nel resoconto della visita pastorale che ebbe luogo il 21 agosto 1836 si fornisce l’ammontare della popolazione di Gello che era di 177 persone; secondo il “Dizionario corografico della Toscana” il numero degli abitanti del paese nel 1845 era di 213. In occasione della visita pastorale del 1906 si dice che la chiesa ere stata di recente ripulita e restaurata, in quel periodo il numero degli abitanti della parrocchia era di 255. Nel 1929 gli abitanti cominciarono a diminuire di qualche decina. Pochi anni dopo lo spopolamento progressivo della montagna porterà la popolazione di Gello ad un numero sempre più esiguo fino ai 50 del 1978. Attualmente i residenti non superano il numero di 30.
Il paese è ricordato soprattutto per la leggenda dei ”Matti” che, attraverso i secoli, si è tramandata fino a noi.