Il Castello di Migliari (oggi in località Mgliaraccio)è uno tra i castelli che non esistono più. Il nome deriva dal Milium o miliareum, così si chiamavano le pietre poste dai romani ai lati delle proprie strade per indicare la distanza. Il colle su cui sorgeva, nel mezzo di un diverticolo di strade fra la Valdambra e la Val di Chiana, si trova a circa 520 metri sul livello del mare, in posizione dominante di un vasto territorio. Prima del 1000 vi era certamente un nucleo fortificato di origine longobarda. Anche in questo caso vi esistevano due chiese: una intitolata a San Biagio interna alle mura ed una a San Donato posta fuori delle stesse. Entrambe dipendevano dalla Pieve di Presciano e sono documentate dalla fine del Duecento. Dopo il Mille Migliari dipendeva amministrativamente dall’Abbazia di Agnano. Dopo la sconfitta degli aretini, dal 1384 le due chiese furono date in accomandigia a Firenze. Il castello, anch’esso divenuto proprietà di Firenze, fu concesso al capitano di ventura Giovanni Acuto che, nel breve periodo in cui ne fu padrone, ricostruì la rocca presso la chiesa di San Biagio e iniziò la costruzione del Santuario di Santa Maria della Neve. Rientrato in possesso del castello pochi anni dopo, Firenze lo concesse di nuovo a livello alla famiglia Guiducci. Quello era un periodo molto turbolento, squassato dalle guerre tra Guelfi e Ghibellini e, nel Quattrocento, dalla rivalità fra Firenze e Siena. I castelli della Valdambra ed anche Migliari ne fecero le spese, in quegli anni molto probabilmente furono definitivamente abbattute le mura. Nel 1568, il grande Vescovo milanese, nonché santo, Carlo Borromeo, al quale era giunta in accomandita la Badia di Agnano, volle lasciare questo privilegio e così tutti i beni immobili dell’Abbazia furono incamerati dal Duca Cosimo I°. Anche le proprietà di Migliari seguirono le altre proprietà dell’Abbazia. Venne compreso così nella Lega di Valdambra, inserito nella circoscrizione amministrativa e giudiziaria civile della Podesteria di Valdambra, a sua volta inserita nella più vasta circoscrizione del Vicariato del Valdarno superiore, con sede a San Giovanni e con competenze amministrative e di esercizio della giurisdizione civile e criminale. In quegli anni Cosimo I° stava favorendo la proprietà delle famiglie fiorentine che sostenevano la politica del Granducato. Così anche in Valdambra vi furono notevoli acquisizioni di beni da parte delle famiglie nobili. Nel nostro caso dei Ghezzi e dei Serristori che acquistarono svariati poderi con case da lavoratore nel territorio di Migliari. Dalla visita apostolica di qualche anno successivo, del 1583, apprendiamo che la chiesa di San Biagio era ancora in buone condizioni mentre quella di San Donato era ormai diruta e quindi il titolo fu aggiunto alla prima. Alla fine del Seicento anche la chiesa di San Biagio crollò ed il titolo fu passato a quella di Santa Maria della Neve che da allora divenne parrocchiale, con patronato della famiglia Ghezzi, dei Fazzuoli e degli Albergotti. Al tardo settecento si deve far risalire la decorazione interna come è evidente dallo stile Sempre in quegli anni furono eretti la cappella a pianta quadrata ed il campanile a vela. All’interno è esposta la foto di 281 giovani delle parrocchie limitrofe, richiamati alle armi nel 1942 che si erano affidati alla Madonna della Neve e tutti sono ritornati a casa. Ancora oggi, a distanza di più di 60 anni il fatto è ancora ricordato e celebrato. Nel 1775, perduta la modesta autonomia amministrativa di cui aveva fino ad allora goduto, entrò a far parte della nuova comunità dei Cinque comuni distrettuali di Valdambra istituita in seguito alla riforma delle comunità del distretto e comprendente i comuni di Badia Agnano, Migliari, Montozzi, Pergine, San Pancrazio. Oggi, giungendo sul pianoro di Migliari non si nota nessun muro castellano. E’ presente solo la chiesa di Santa Maria della Neve con accanto i muri di una casa contadina, che mantiene viva la memoria di un luogo che, da sempre, anche precedentemente alla presenza delle chiese cristiane era ritenuto sacro.