ASPASIA

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Grecia, qualche secolo A.C.

Nel Gineceo, dove le donne di casa praticamente vivono recluse, Aspasia ha da poco compiuto 13 anni. E’ cresciuta in fretta ma si ostina, con inconfessato rimpianto, a guardare la sua bambola, bellissima con la sua nuova tunica che le aveva cucito sua madre tessendone ella stessa la tela. Suo padre è impegnato a stipulare il contratto del suo matrimonio con un uomo che ha più del doppio dei suoi anni e che si impegnerà a tutelare la sua dote da semplice usufruttuario essendo, di fatto, destinata ai soli figli che verranno. Aspasia sarà solo la madre dei suoi bambini, per i sollazzi carnali lui le preferirà le ben più esperte concubine.

Secolo XXI, In una non precisata discoteca italiana

Un ragazzo e una ragazza ballano, si sono conosciuti da poche ore ma si piacciono e sentono già che quel loro incontro avrà un seguito. Hanno in comune una grande passione per gli Smart Phone e la corsa ad accaparrarsi sempre l’ultimo modello. Sentono di stare bene insieme e si divertono a condividere immagini e filmati spediti da WhatsApp. La discoteca è affollatissima ma sembra per loro un’isola deserta dove scambiarsi il loro primo bacio. Grecia, qualche secolo A.C. Tutto è pronto per il matrimonio, la cerimonia durerà tre giorni. Il padre di Aspasia si propizia la benevolenza delle divinità sacrificandole animali dei quali Aspasia ne brucerà la bile affinché quella sua unione, con un uomo che non ama e forse non amerà mai, molto più grande di lei e che la tradirà sempre, non conosca amarezze. Poi, dopo aver lasciato alla sua divinità protettrice i suoi giocattoli e quella sua bambola dalla quale si separa a malincuore, fa un bagno purificatore con le acque di una sorgente sacra, cosa che farà anche il suo sposo. Tutto è pronto, anche gli invitati, scelti rigorosamente dai genitori.

Secolo XXI, in una non precisata città italiana

Quella sera in discoteca ha lasciato il suo strascico e ora svolazza dal bellissimo vestito bianco, impreziosito di strass e perline, che ora fascia la sposa, visibilmente nervosa. Prova vestito, prova trucco, prova capelli, lunghe sedute dall’estetista, qualche lampada per smorzare il pallore invernale, tutto ciò è stato veramente stancante ma il risulta to, alla fine, lascia senza parole perché lei è bellissima. Bellissima e stanca. Anche l’addio al nubilato è stato stancante. Cena con le amiche che l’hanno costretta tutta la sera a reggere un bouquet di fiori finti con in mezzo un grosso fallo di plastica perfettamente somigliante all’originale, poi un bagno purificatore di sudore in discoteca fino alla sorpresa finale; Lo Streep Tease di un ragazzo che si dimenava oscenamente attorno alla futura sposa. Ora però è tutto pronto, anche gli invitati, rigorosamente scelti dagli sposi. A dire il vero, il papà di lei aveva timidamente provato ad inserire nell’elenco un suo cugino al quale era particolarmente legato ma si è sentito dire; Chi? Quello? Ma se sta proprio sulle scatole! Sicché, in chiesa, l’esigua cerchia dei parenti è quasi intimidita da quella esuberante folla sconosciuta di amiconi che hanno preparato agli ignari sposi tutta una serie di scherzi e che ora aspetta famelica di curiosità che gli sposi arrivino. E qui non c’è parentela o amicizia che tenga. Tra sorrisi di circostanza e foto scattate con l’ultimo Smart Phone, tutti saranno ugualmente prodighi di giudizi severi e commenti feroci.

Grecia, qualche secolo A. C. 

Immancabile, in qualunque sposalizio di qualunque epoca, il banchetto nuziale. Aspasia mangerà, tra le altre cose, carne di lepre, animale cara ad Afrodite le cui carni, si dice, migliorino le prestazioni sessuali e altrettanto immancabile, la torta nuziale, arricchita con tanto sesamo perché rende le donne fertili e feconde e onde siano chiare a tutti le proprietà benefiche della spezia, la torta sarà distribuita da una donna incinta, quasi a riprova di quanto il sesamo funzioni XXI secolo, in una non precisata città italiana Dopo la cerimonia, che è stata molto toccante, specie quando in chiesa è risuonata “L’Aria sulla quarta corda” di Bach, gli sposi sono scomparsi con uno stuolo di fotografi e cineoperatori mentre gli invitati si sono avviati alla “Location” dove troveranno, per ingannare l’attesa, un pantagruelico aperitivo al quale farà seguito un pranzo luculliano che tuttavia non sarà immune da critiche e malumori. Tutto questo ben di Dio potrà essere smaltito grazie alle provvidenziali danze che gli sposi apriranno con un lento per poi finire con l’intramontabile “hully gully” e il sempiterno trenino al quale si accoderà anche l’esigua cerchia dei parenti confondendosi in quella calca scatenata di prorompente gioventù.

Grecia, qualche secolo A.C.

Durante tutto il banchetto Aspasia non ha mai tolto il suo velo ma ora che è tutto finito lo sposo si avvicina e glielo solleva. Si vedranno, forse, per la prima volta. Il rito dello svelamento ha una profonda valenza erotica; E’ il velo della sua infanzia, della sua verginità, della sua innocenza che lui le toglierà di lì a poco. Dopo quest’ennesimo rituale inizierà il corteo che accompagnerà gli sposi alla loro nuova casa, brulicante di fiaccole e con la madre di lui in prima fila. Anch’ella regge una fiaccola accesa e canta l’imeneo.

XXI secolo, in una non precisata città italiana

Nel cielo sono volate tante piccole lanterne, sembravano tremule stelle vaganti nell’infinito. Ora, invece, la sposa è di spalle e dietro di lei un folto gruppo di donne nubili di ogni età che cercheranno di accaparrarsi il bouquet che tra un po’ la sposa lancerà, separandosene a malincuore. La madre dello sposo, in un impeto di tenerezza, si avvicina alla nuora per sistemarle un ricciolo che fuoriesce ribelle dall’elaborata acconciatura della nuora che però la incenerisce con lo sguardo invitandola a desistere dal suo materno proposito.

Grecia, qualche secolo A. C.

La madre dello sposo, sempre in testa al corteo, canta il suo imeneo, un canto benaugurale per intercedere la benevolenza del Dio Imene, protettore dei matrimoni. Imene era un giovane bellissimo che amava una nobile fanciulla ateniese. Non potendola sposare, causa l’alto lignaggio di lei, si accontentava di seguirla sempre. Era bello Imene, tanto da essere scambiato per una donna ed essere rapito dai pirati assieme alla sua amata. Ma era un uomo e lo dimostrò uccidendo nottetempo i pirati che si erano addormentati. Come premio, per averle salvato la vita, Imene ottenne di poter sposare la nobile fanciulla e il loro fu un matrimonio così felice che il Dio Imene, con in testa una corona di rose e nelle mani una fiaccola accesa e un velo giallo, colore di buon auspicio per i matrimoni, era invocato, attraverso l’imeneo, dagli sposi e dai loro familiari. Tra un po’ il corteo, pulsante di voci e di luci, sarebbe arrivato a destinazione e Aspasia, la piccola crisalide, avrebbe spiccato il suo acerbo volo nella vita.

XXI secolo, in una non precisata città italiana.

E’ ormai notte fonda. Le scarpe sono state le prime ad essere sfilate, un piede, martoriato da un tacco dodici, tira un calcio liberatorio e ne fa volare una dall’altra parte del letto. Borse, vestiti, forcine per capelli, tutto è disseminato qua e là ma sono tutti molto stanchi per rimettere a posto. E inebetiti dal sonno. Dorme lo sparuto gruppo di parenti e si sono addormentati anche gli amici ripensando a quanto sono stati ganzi i loro scherzi. Dormono gli sposi dopo aver liberato il letto da una candida marea di palline di polistirolo. Sono talmente stanchi da essere caduti in un sonno di piombo senza nemmeno darsi la buonanotte ma hanno tutta la vita davanti per poter rimediare. Solo un bambino fissa ancora il soffitto domandandosi dove sono andate a finire tutte quelle fiammelle. Ma è un attimo, poi il sonno avvince anche lui. Per la festa della donna dedico questo articolo alle tante spose bambine, Aspasie del XXI secolo.

Pina Daniele Di Costanzo

 

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