160 anni del CAI (1863 – 2023)

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L’idea di fondare una società alpinistica nazionale nasce nell’agosto del 1863 sul Monviso, in occasione dell’ascensione alla vetta compiuta dallo statista biellese Quintino Sella con Paolo e Giacinto di Saint-Robert e Giovanni Barracco.

Il 23 ottobre dello stesso anno viene costituito a Torino il Club Alpino Italiano, quarto per ordine di nascita fra le società alpine europee; primo Presidente: proprio quel Quintino Sella Ministro delle Finanze del Regno d’Italia . L’associazione, che vede la luce due anni dopo la proclamazione dell’Unità d’Italia, doveva essere nazionale e tale è da principio e sino ai giorni nostri. Questa sua caratteristica le ha permesso di espandersi rigogliosamente nei decenni, passando dai 40 aderenti alla fondazione del 1863, ai 4.500 soci, distribuiti in 34 sezioni, del 1888, sino ad arrivare ai 365.000 di oggi, iscritti presso sezioni e sottosezioni sparse su tutto il territorio italiano.

Costituito, da statuto, con lo scopo “di far conoscere le montagne, più specialmente le italiane e di agevolarvi le salite e le esplorazioni scientifiche”, il Cai da subito porta avanti quella funzione catalizzatrice dello spirito unitario intorno a un ideale che tuttora costituisce uno dei valori essenziali della motivazione associativa.

Il carattere nazionale non tarda a manifestarsi: ne è esempio emblematico la costituzione, dopo quella della sede sociale di Torino e delle sezioni di Varallo e Agordo, della sezione di Firenze nel 1868 e di quella di Napoli nel 1871.

È del 1909 l’istituzione in seno al Cai del Club alpino accademico italiano, punta di diamante dell’élite alpinistica nazionale.

Un ulteriore elemento che evidenzia, anche a livello culturale, il carattere nazionale dell’associazione è l’iniziativa editoriale della Guida dei monti d’Italia, che, iniziata nel 1908 con il volume sulle Alpi Marittime, conta oggi 63 volumi e costituisce la più completa descrizione geografica, geologica, alpinistica del territorio montano d’Italia.

Pur operando già da tempo, attraverso iniziative spontanee delle sezioni, nell’ambito della prevenzione e della sicurezza di quanti frequentano e vivono in montagna, nel 1954 viene costituito ufficialmente il Soccorso alpino, che in seguito assume la denominazione di Corpo nazionale soccorso alpino e speleologico, con lo scopo di provvedere “alla vigilanza e prevenzione degli infortuni nell’esercizio delle attività alpinistiche, escursionistiche e speleologiche, al soccorso degli infortunati o dei pericolanti, e al recupero dei caduti”.

E siamo arrivati a grandi passi ai giorni di oggi: con le sue 498 sezioni, 310 sottosezioni, più di 700 strutture gestite in ogni regione d’Italia (433 rifugi alpini, 224 bivacchi, 65 capanne sociali, 26 punti d’appoggio e 15 ricoveri) per un totale di oltre 23500 posti letto, il CAI è sinonimo di formazione, sicurezza, rispetto, didattica, professionalità e cordialità, sempre in armonia con il contenuto del primo articolo del suo statuto che pone come scopo dell’associazione “l’alpinismo in ogni sua manifestazione, la conoscenza e lo studio delle montagne, specialmente di quelle italiane, e la difesa del loro ambiente naturale”.

BUON COMPLEANNO CAI !!!!!

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