Il Castello di Montelucci (Pergine Valdarno)

Castelli e Paesi a Pergine Castelli e Paesi in Valdarno In Valdarno

L’edificazione del Castello (nelle carte più antiche Monteluccioli) con molta probabilità avvenne nel XI° secolo quando il fenomeno dell’incastellamento era molto frequente. Immagine107Il Castello era posto sul colle a circa 560 metri di altitudine in  una posizione strategica dalla quale era possibile controllare le strade che da Arezzo portavano in Valdambra ed il traffico di uomini e merci tra Bucine, Pieve a Presciano e Civitella. All’inizio del XI° secolo dipendeva dalla Badia di Agnano ed aveva una cinta muraria circolare che contornava tutto il colle e sulla quale si apriva una sola porta di accesso. All’interno erano presenti, fra le abitazioni, due piazze. In una vi si trovava la Chiesa di San Tommaso che è ancora l’unica emergenza rimasta, ed il cassero. La chiesa era di architettura romanica, ad una sola navata ed è documentata in un primo documento del 1278 e quindi nelle “Rationes Decimarum” del 1302.  Fu sempre soggetta all’Abbazia di Agnano. Immagine109Nel duecento il Castello apparteneva alla famiglia ghibellina degli Ubertini. Nel 1288 il castello fu distrutto dai fiorentini durante una delle tante guerre fra la città e la nobiltà ghibellina del contado. La cinta muraria non fu ricostruita anche se si ripristinarono le abitazioni. A causa della discordia fra gli Ubertini ed i Tarlati, all’inizio del 1300 il castello fu strappato dai Tarlati nella persona del Vescovo Guido alla consorteria rivale. Il potere del Tarlati aumentò negli anni fra il 1320 ed il1327 tanto che si iniziò a parlare di “Episcopatus Vallis Ambrae”. Il castello intanto andava incontro ad un lento ma inesorabile declino. Nel 1350 l’Abbazia di Agnano cedette a Firenze tutti i diritti che vantava sul castello in un atto di sottomissione alla città che interessò tutti i suoi beni in Valdambra, diritti che erano più formali che sostanziali dal momento che, come abbiamo visto, il potere effettivo era detenuto dalle famiglie ghibelline. Nel 1428/1429 dentro il vecchio castello oramai in semi-abbandono vivevano solo cinque nuclei familiari e, dalla visita apostolica vescovile del 1583 si apprende che il sacerdote rettore della Chiesa di San Tommaso risiedeva stabilmente a Bucine. La stessa visita stabilì però che la chiesa fosse rimbiancata e ripavimentata.  Il nuovo polo di aggregazione della popolazione si poneva più in basso, ai piedi del colle, dove si sviluppava la villa-fattoria con gli annessi agricoli. Nel corso del Seicento fu parzialmente ricostruita, a spese della famiglia Montelucci, di cui non sappiamo al momento documentare se l’omonimia fosse casuale o derivata dal luogo, la chiesa di San Tommaso, di cui la famiglia era patrona, che era stata interessata a crolli e distruzioni. L’asse dell’edificio fu ribaltato, fu costruito un nuovo portale al posto dell’abside. Successivamente nel 1793 Anton Maria Serristori fece costruire una nuova strada tra Pieve a Presciano e Civitella così che Montelucci fu ancora più allontanato dalla nuova viabilità, perdendo ulteriormente importanza. Immagine108 Sia i Serristori che i Dini nell’Ottocento mantengono dei possessi sul territorio del castello di cui non rimangono oggi che qualche muraglia, la chiesa e la casa attigua. Nel 1983, in seguito ai lavori per la realizzazione del Gasdotto Transmediterraneo dell’allora SNAM furono condotte approfonditi scavi e ricognizioni archeologiche che sono state rese note da una pubblicazione e da una mostra documentaria.

 

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