La pieve di Santa Maria a Scò

In Valdarno Pievi e Opere d'Arte Pievi e Opere d'Arte a Castelfranco/Pian di Scò

Non conosciamo con precisione l’anno della sua costruzione ma, guardando la sua forma architettonica, non possiamo che affermare che questa deve essere iniziata a cavallo dell’anno mille. Immagine81 Il primo documento da cui ne abbiamo notizie è del 1008. La giurisdizione era della Diocesi di Fiesole e, naturalmente, la Chiesa era stata costruita ai margini della strada, allora principale, la “Setteponti”,  che univa Fiesole ad Arezzo. In breve la Pieve divenne potente e già nel XII° secolo dipendevano da essa una quindicinali chiese suffraganee del circondario. Ai passanti di oggi sembra strano che la chiesa mostri la parte tergale alla strada. Si deve invece pensare che era una consuetudine che diveniva obbligo di orientare le chiese secondo i punti cardinali in modo che l’abside, dove di solito era custodito il santissimo e quindi posizionato l’altare, fosse rivolta ad est, esattamente come è posizionata l’abside della chiesa. Il sacerdote doveva officiare rivolto verso Oriente, rivolto cioè verso Gerusalemme, che naturalmente idealmente e praticamente era posizionata ad est. Ecco quindi spiegata la posizione di Santa Maria.Immagine82 La facciata, rivolta quindi verso la valle, è scandita da cinque archi chiusi che sembrano costituirne la corona, anche sul lato libero continuano come decoro architettonico degli archetti ciechi.  Sulla facciata si aprono anche due finestre ed il portale di ingresso, molto semplice, rialzato rispetto al piano di campagna e preceduto da sei gradini.  Anche dalla foto si può apprezzare l’andamento della chiesa rispetto al terreno  che appare in discesa sul davanti e quindi i costruttori hanno dovuto tenerne conto nella fabbrica. Fra l’altro, essendo la chiesa molto vicino al ciglio della balza, sono stati necessari in passato lavori di consolidamento del terreno su cui poggia. L’interno, severo come sempre, è scandito da una doppia fila di colonne che delimitano le tre navate e sorreggono il tetto a capriate. Alcuni capitelli sono scolpiti con simbologia romanica. Sulla parete è stato trovato e restaurato un affresco di Paolo Schiavo. Bella è la parte tergale con le tre absidi molto accentuate e lo svettante campanile che domina il paesaggio ed è visibile da molto lontano.

 

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