Il Castello di Ganghereto

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Il castello di Ganghereto sorgeva su di un pianoro alla sinistra del torrente Ciuffenna, dominava, in collegamento al dirimpettaio castello della Penna, sia la strada che dai monti del Pratomagno scende nella valle dell’Arno, sia i villaggi che in seguito daranno vita alla “Terra Nuova di Santa Maria”. Immagine142La prima documentazione scritta si ha nel 1085 e risulta da un atto rogato nel Castello nel quale Donna Berta dei Conti Guidi, vedova di Uberto degli Ubertini, cede all’Abbazia di Montescalari alcuni appezzamenti di terreno. Da esso si evince che la potestà di detto castello era appannaggio delle due famiglie degli Ubertini di Soffena e dei Guidi del ramo di Battifolle, Anche nei due documenti di Enrico VI° e di Ferdinando II° si ribadisce il legittimo possesso dei Conti Guidi. Nel 1248 nel castello si acquartierò il Conte Giordano, Vicario Imperiale di Federico II°. Da questo castello mosse guerra a Montevarchi dove si erano asserragliati i fuorusciti Guelfi di Firenze . Ganghereto, come tutti i castelli del contado, fu investito dalle lotte fa guelfi e ghibellini e subì quindi molti assalti passando  spesso di mano fra i contendenti. Nel 1267 si era rifugiato nel castello Ranieri dei Pazzi con i suoi uomini dopo aver assalito una comitiva di religiosi che si recava a Roma dal Papa. Firenze, nel suo espandersi nel contado per giungere al suo controllo, riprese il controllo del castello nel 1271ed ingiunse agli abitanti di Ganghereto di abbatterlo e di trasferirsi al piano. In quell’anno si ebbe così una prima, parziale, distruzione del Castello, con un trasferimento limitato di terrazzani. Alcuni luoghi fortificati nel castello rimanevano ancora nel possesso dei Guidi da Battifolle che in quel periodo si erano alleati a Firenze. Verso la fine del secolo sembra però che molti degli abitanti si fossero trasferiti sotto la protezione di Firenze nei villaggi di pianura. La sorte di Ganghereto era quindi segnata e, dopo altri difficili anni, nei quali però Ganghereto è documentato in numerosi atti notarili che vi vengono stipulati, Firenze iniziò a costruire, negli anni trenta del secolo, il nuovo Castello di Santa Maria, dove fece trasferire tutti gli abitanti, non solo di Ganghereto, ma di tutti i piccoli castelli del contado, sottraendoli alla tirannia dei feudatari. Nel castello erano esistenti tre chiese. Nel 1430 fu riedificato quasi completamente un piccolo convento francescano, si dice sorto su di una povera casupola edificata personalmente da San Francesco, in un pezzo di terra regalato al Poverello di Assisi dalla Badia di Santa Trinita in Alpe. Il convento ebbe vari momenti di decadenza ed è stato recentemente restaurato da una famiglia religiosa. Il convento, attualmente, è l’unica testimonianza muraria presente in quel luogo che una volta fu un popoloso castello.

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