Il Castello di Pietraviva (Rabbia Canina)

Castelli e Paesi a Bucine Castelli e Paesi in Valdarno In Valdarno

L’attuale borgo si sviluppa ai piedi del poggio di Santa Lucia, dove ancora oggi si possono osservare i ruderi del primissimo insediamento. Sono infatti ancora sono visibili numerosi resti delle antiche mura e della porta di accesso al castello. Il nome del primo insediamento era “Santa Lucia di Rabbia Canina”, presumibilmente per la presenza di qualcuno nella popolazione in grado di guarire l‘idrofobia o “rabbia canina”.

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Alla fine del XIII° secolo questo primo insediamento venne distrutto, per cui, agli inizi del secolo seguente, ebbe inizio la costruzione del borgo nell‘attuale posizione, più facilmente difendibile e vicino ad un corso d‘acqua. Importante era soprattutto la posizione a controllo della strada che dal Valdarno, attraverso la Valdambra, arrivava nella Berardenga e da lì a Siena. Nei primi secoli dopo il mille Pietraviva era sotto il dominio della Badia a Roti e poichè nel dominio di questa parte della vallata si sostituì a quella la famiglia degli Ubertini, che aveva instaurato stretti rapporti proprio con la Badia, questa famiglia finanziò la ricostruzione del castello e aggiunse questa alle altre sue proprietà nell‘alta Valdambra. Molto probabilmente fu a quel tempo che si cominciò a chiamare il castello con il nome di Pietraviva, nome che forse evidenziava anche la composizione rocciosa del sottosuolo, divenendo cosi S. Lucia di Pietraviva. A metà del XIV° secolo, dopo un periodo di dure lotte tra Firenze contro le famiglie Ghibelline Guidi, Ubertini e Tarlati e quindi anche contro Arezzo, la popolazione di diversi castelli della Valdambra, ed anche quella di Pietraviva, chiese di essere sottoposta alla protezione di Firenze. Cosi la città del giglio occupò tutti i territori valdambrini di proprietà delle famiglie Guidi e Tarlati, lasciando però liberi quelli degli Ubertini, compreso Pietraviva. Furono anni duri di lotte e come se non bastasse, negli anni 1348,1382, a più riprese, la popolazione di Pietraviva fu decimata dalla peste, fino alla definitiva vittoria di Firenze contro Arezzo del 1384. Verso gli anni 80 del secolo gli Ubertini, non riuscendo più a garantire il potere sui propri territori, decisero di vendere Pietraviva e l‘Alta Val d‘Ambra a Firenze per la cifra di 3162 Fiorini. Nel 1390 il castello fu distrutta dalle truppe di Giovanni Galeazzo Visconti, in guerra con Firenze e, per circa 40 anni, l‘intero territorio fu conteso fra il Duca di Milano, alleato anche con Siena, e Firenze. Altre devastazioni però attendevano il borgo di Pietraviva, prima, nel 1479, ad opera dell‘esercito papale e poi, nel 1527, per mano dei Lanzichenecchi del Duca Carlo di Borbone. Dopo la definitiva vittoria di Firenze su Siena del 1555, Il 17 marzo 1557 Pietraviva e la Valdambra furono cedute dal Re Filippo II di Spagna, figlio di Carlo V e alleato di Firenze, a Cosimo dei Medici e, da quel momento, seguì un lungo periodo di pace. La vallata rimase sotto l‘amministrazione della famiglia dei Medici fino al 1737 quando passò a quella dei Lorena, fino al marzo 1860, anno in cui il Granducato di Toscana entrò a far parte del neonato Regno d‘Italia. ‘La chiesa di Santa Lucia, la chiesa castellana, è di origine medievale. Nei primi decenni dopo il mille era nel possesso della Badia a Roti anche se è sempre stata suffraganea della Pieve di Santa Maria in Altaserra. E’ stata completamente ristrutturata nel 1580 ed altri restauri sono avvenuti più tardi. Nel 1910 venne costruito il campanile al posto di quello più antico.

A Pietraviva esiste inoltre qualcosa di veramente importante dal punto di vista botanico-naturalistico. Si tratta di un rarissimo albero monumentale che si trova nei pressi della piazza del paese nella proprietà Bartolini. Questo stupendo albero appartiene alla famiglia delle taxacee ed è volgarmente chiamato tasso (Taxus baccata). L’esemplare in questione rappresenta una vera rarità per le sue dimensioni: il tronco ha una circonferenza di 375 cm., una chioma di 230 mq di superficie, un’altezza di circa 15 metri ed un’età certamente millenaria.

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