Ponte alla Cella

Castelfranco/Pian di Scò Terre Alte Valdarno

Il ponte attraversa il torrente Resco Simontano appena a monte del Ponte Nuovo, fra Piandiscò e il bivio di Casamora e Casabiondo. Si tratta di una costruzione in pietra di arenaria locale a tre pile murate e due arcate con una larghezza sufficiente per il passaggio di un carro.

Attualmente il ponte è soffocato dalla vegetazione infestante, lasciato nel più totale abbandono, ha l’arcata minore in condizioni di precaria stabilità. Viene chiamato –Ponte della Cella-,perché il sentiero proveniente dal capoluogo, attraversato il Resco,porta anche al gruppo di case medievali in pietra della località La Cella  (termine antico per indicare cantina, dispensa, luogo per deposito alimentare).

Il ponte non è una costruzione né romana né romanica,risale al  1780 e fu edificato per rendere più agevole e sicura la strada dei 7 Ponti evitando il ponte di legno di Campiano, spesso inagibile  a causa delle piene del torrente e il piccolo ponte del Cova o di Annibale (XVI sec.), sotto la pieve, che non offriva garanzie di stabilità.

All’epoca della costruzione del manufatto in questione, il tracciato della 7 Ponti era un po’ più a monte di quello attuale, perché oltrepassato il fiume toccava Cialli, Casabiondo, Castagnola,Bologna, lasciava sulla destra Casamanno e giungeva al confine con Reggello sul borro di Rifontolano da dove scendeva verso Mandri.

Il traffico sul Ponte della Cella è stato continuo fino alla costruzione del Ponte Nuovo ( ponte più alto di tutta la 7 Ponti) che fu costruito intorno al 1865 nel programma di quelle rettifiche viarie approvate dal governo granducale  nel 1858  che hanno interessato tutto il tracciato della provinciale pedemontana.

Nel 1944 il Ponte Nuovo fu distrutto dal tedeschi in ritirata e quindi il Ponte della Cella venne provvisoriamente allargato e utilizzato per il passaggio di automezzi.

Il ponte si trova a brevissima distanza del  Percorso della Memoria.

(per chi vuole approfondire si consiglia il libro” Piandiscò un borgo e la sua pieve” di Silvano Sassolini e Antonia Dezza, edito dal Servizio Editoriale Fiesolano anno 2000

 

Testo e foto di Vannetto Vannini