L’Abbazia di Santa Maria A Rosano

In Valdarno Pievi e Opere d'Arte pievi ed opere a rignano

Non è un convento come tanti altri, quello delle suore di clausura di Rosano. Secondo un’iscrizione settecentesca posta sulla facciata della chiesa, l’Abbazia di S. Maria di Rosano fu fondata nel 780. A pensarci bene è il più antico monastero, ancora attivo, che esiste in Valdarno, più di Camaldoli e di Vallombrosa. Rosano1Un monastero che per i primi 400 anni della sua vita ha rappresentato un punto fermo della storia di questa vallata, assurgendo anche a protagonista della politica nei momenti in cui la famiglia dei patroni, i Guidi, era senza guida maschile e le decisioni  che la riguardavano venivano prese dalla Abbadessa di Rosano che altri non era che una donna della famiglia. Perduta è  la “carta di fondazione” del Monastero, citata in un documento del 1204 conservato nell’Archivio di Stato di Pisa. La leggenda vuole che sia stato fondato da un certo Ursone e dalla moglie Rosana: da quest’ultima sarebbe derivato il nome del Monastero, sottoposto alla Regola benedettina. Dal più antico documento conservato nell’archivio del Monastero (datato 1003) si ricava anche che esso fu fin dall’inizio dedicato alla Madonna. Nell’XI secolo, come abbiamo detto,  il Monastero di Rosano entrò nella sfera di influenza dei Conti Guidi, e per questo fu saccheggiato dai fiorentini nel 1143 negli anni di lotta fra i Conti e la Città del Giglio. Nel 1147 fu teatro della pace siglata tra la potente famiglia comitale e la Repubblica, sotto gli auspici dell’abbadessa Sofia Guidi. Nel corso della prima metà del XII secolo la Chiesa subì dei lavori di ampliamento che riguardarono anche il campanile, e che si conclusero probabilmente già nel 1130 sotto l’abbaziato di Matilde. A questo periodo risale anche il grande Crocifisso sovrastante l’Altare maggiore, attribuito dagli studiosi al Maestro di Vico l’Abate, nonché l’immagine, ritenuta miracolosa, della Madonna con Bambino. Verso la fine del XII secolo doveva essere già attivo uno “spedale” ad uso di foresteria per i pellegrini ed i viaggiatori  in transito verso Roma o la Romagna. Il monastero fu rimaneggiato nei secoli XVI e XVIII, quando la chiesa fu decorata da stucchi del Portogalli e del Ciceri (1707-1709), sotto la direzione di Antonio Ferri. Fu ripristinato radicalmente dall’architetto Morozzi nel 1966. Appena entrati si giunge in un cortile cinquecentesco. Di fronte e’ la facciata romanica della chiesa, con portale del 1523. A sinistra e’ l’elegante campanile, confrontabile con quello della pieve di Ripoli, databile fra l’XI e il XII secolo, aperto da finestre che aumentano di numero progressivamente verso l’alto, al fine di alleggerirne la struttura, conferendo alla torre un aspetto di notevole leggerezza. La croce di RosanoL’interno è a tre navate su pilastri a sezione quadrangolare, a destra è posto il fonte battesimale ottagonale tardogotico; a sinistra dell’ingresso, entro il basamento del campanile, e’ un’Annunciazione, tavola di Jacopo di Cione. La cripta, “a pontile”, come quella di San Miniato a Firenze, su cui e’ il presbiterio molto sopraelevato, ha colonne con interessanti capitelli romanici a foglie lisce, volte a crociera dal profilo incerto, tipiche dell’XI secolo, che inducono ad una datazione relativamente precoce. Nel pavimento e nell’altare sono intarsi di marmi bianchi e neri, con motivo decorativo a scacchiera, del tipo fiorentino del XII secolo. Nel presbiterio, a destra Sant’Apollonia, affresco staccato quattrocentesco nello stile di Andrea del Castagno. Nel coro, a destra, Annunciazione con i santi Lorenzo, Benedetto, Giovanni Battista, Niccolo’, di Giovanni di Marco, detto “del Ponte”, datata 1434. Dietro l’altare maggiore, croce dipinta databile al secolo XII  recentemente restaurata. Nel convento di clausura sono una Madonna col Bambino, tavola duecentesca del “Maestro di Vico l’Abate” e un’Annunciazione di Tommaso Redi.

Vi chiediamo comunque di non limitarvi a queste scarne notizie dovute alla forzata brevità che ci siamo imposti. Abbiamo detto che il monastero non è un monastero qualunque, basti ricordare che in questi ultimi anni è stato il luogo dove l’allora cardinale Joseph Ratzinger passava frequenti periodi di ritiro e di preghiera, prima di essere eletto papa il 19 aprile 2005. Vi invitiamo caldamente ad approfondire la conoscenza di questo luogo, della sua storia, del suo ambiente religioso, un monastero che per noi rappresenta il punto limite del Valdarno Superiore verso nord, sulla riva sinistra dell’Arno.

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