La Villa di Campoleone (Capolona)

In Valdarno Ville e Giardini Ville e Giardini a Castiglion Fibocchi

Al momento di comporre questa scheda, siamo stati a lungo indecisi in quale elenco collocare questo luogo. Infatti è stato nei secoli Castello, Abbazia, ed infine Villa. Abbiamo pensato , alla fine, di collocarlo fra le “Ville” privilegiando l’attuale struttura. Avvertiamo inoltre che anche questo luogo, come per la Pieve di Sietina, è situato attualmente nel Comune di Capolona che prende il nome proprio dal luogo che invece noi, impropriamente, molto impropriamente, inseriamo per nostra comodità nel comune di Castiglion Fibocchi.

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Nel luogo dell`abbazia di Campoleone era presente un castello in cui, nel 972, la Marchesa Willa madre del Marchese di Tuscia Ugo, effettuò un atto di acquisto di alcuni beni immobili. La costruzione dell’Abbazia fu iniziata dal Marchese Ugo qualche anno più tardi attigua all’esistente castello, allo scopo di organizzare il patrimonio imperiale nel territorio attorno alla città di Arezzo. Nel 988 Campoleone era già abbazia mentre il privilegio imperiale, relativo alla sua fondazione, venne dato più tardi, il 13 dicembre 997. Dopo la sua fondazione, il vescovo Elemperto affidò l’abbazia ad alcuni monaci benedettini, fuggiti da Montecassino, i quali dedicarono il monastero a S. Gennaro, vescovo di Benevento, il più popolare santo della Campania, di cui forse, a Campoleone, fu anche trasportata una reliquia. Nel 1026 e poi nel 1027 il monastero è ricordato in due placiti dell’imperatore Corrado II°. Nel 1071, alla presenza di Ugo di Suppo di Loro vi è rogata una rinuncia da parte di membri della famiglia dei Carpineto di beni a favore del monastero di Santa Fiora. Il conte Ugo aveva dotato Campoleone di ben 6 castelli: Cincelli, Campinetolo, Casale, Gretole, Carda, Uzzano, 7 ville, 24 corti e alcuni mulini sull’Arno e sul Tevere. La sua chiesa, dedicata a S. Saturnino, custodì notevoli tesori e opere d’arte, diventando in breve tempo una ricca e importante abbazia, una tra le potenze feudatarie più notevoli della Toscana. Fonti storiche testimoniano che il castello di epoca longobarda, localizzato dove oggi si trova “Il Chiuso” ( attuale giardino della piscina) e l’abbazia erano vicinissimi, ( l’Abbazia è oggi l’hotel Badia di Campoleone). I privilegi e le proprietà dell’abbazia, tanto fu grande il suo potere, vennero poi riconosciute e confermate da Federico I detto Barbarossa nel 1161. Dalla fine del 1100 iniziò un periodo di decadenza, segnato dalla distruzione del monastero di S. Flora, roccaforte del feudalesimo monastico dell’aretino, e dalla perdita di numerose proprietà. Il governo dei Consoli fu sostituito da quello dei Podestà, ma nel 1214 le milizie aretine assediarono e distrussero il castello di Campoleone, costringendo I’abate a cedere al Comune tutti i castelli e le terre sotto alla sua giurisdizione e molti abitanti furono costretti ad inurbarsi ad Arezzo dove vennero loro date delle case. Sebbene l’anno susseguente le famiglie dei Bostoli e dei Testi si ribellarono al comune poiché non accettavano la sua distruzione e l’inurbamento forzato della popolazione, la politica aretina non cambiò La lotta tra il podestà e l’abate venne sistemata con un atto in cui al primo spettava il castello di Campoleone con tutte le sue pertinenze, le rendite dell’abbazia, le case e i frutti delle terre e delle vigne, mentre all’ abate rimasero soltanto il monastero di S. Gennaro e il cimitero annesso, senza mura e campanile. Nonostante l’accordo, gli aretini cercavano di usurpare le proprietà ecclesiastiche, fino al 1236, anno in cui fu stabilito il risarcimento dei danni provocati ai monaci di Campoleone. L’abbazia continuò ad esistere fino alla metà del XV secolo come comunità di monaci, dopodiché Niccolò V la trasformò in una Commenda per i diritti e i beni che erano rimasti. Nel 1527 il Duca Carlo di Borbone, partì dalla Lombardia per combattere i Fiorentini e il Papa Clemente VII. Giunto a Campoleone, distrusse il castello, il convento, la chiesa e tutto ciò che esisteva nelle vicinanze. Dopo tanto disordine Giovanni Della Stufa, insieme ai fratelli Angiolo e Pandolfo, ricostruì la chiesa e l’abitazione dell’abate. Tutto il patrimonio rimasto dell’antica abbazia venne ceduto al Cav. Francesco Lodovico Bacci e ai suoi fratelli Ostilio, Lucrezia e Baccio. Questi nobili aretini, sulle rovine della chiesa abbaziale, fecero costruire la villa che, tutt’oggi conserva il nome di Badia e che ospita un sontuoso hotel 4 stelle vicino ad Arezzo. Nella proprietà dell’hotel Badia di Campoleone rimangono oggi poche tracce della struttura originaria dell’abbazia e del castello: ad esempio, si pensa che la parete esterna dell’attuale cappella della villa sia sorta in corrispondenza dell’abside dell’antica chiesa abbaziale.Immagine13