La Pieve di San Pietro a Presciano

In Valdarno Pievi e Opere d'Arte Pievi e Opere d'Arte a Pergine

Questa Pieve è una di quelle violentate dall’incultura e dalla errata considerazione del “decoro”di un edificio sacro. Il luogo è stato abitato fin dall’antichità. Immagine25Ne è testimone il nome che viene dal latino “praedium Prisci”, cioè un appezzamento di terreno della famiglia dei Prisci.  Essendo nell’alto medioevo nel mezzo di un diverticolo di strade che univano la Valdichiana al Valdarno ed il territorio di Arezzo al senese è evidente che qui si formò un abitato interessato a questo passaggio di persone e cose, oltre che alla lavorazione dei campi.  Quando si stabilizzò la potenza dell’Abbazia di Agnano la Pieve, nata con molta probabilità prima del Mille, fu sotto il dominio di quella Abbazia. Un documento del 1095 lo attesta.  Il Piviere era molto esteso. Andava da Levane a Civitella. Nel XI° secolo la Pieve subì una ristrutturazione in stile romanico. Molto probabilmente la chiesa è sempre stata a navata unica ed aveva una copertura a capriate lignee. Un primo documento che parla della Pieve è del 1021 in un rogito sottoscritto nel Castello di Bulgari. Nelle Relazioni Decimali del Duecento la Pieve risulta avere 10 chiese suffraganee. Nella metà del XIV° secolo il suo territorio risente della spinta all’allargamento di Firenze e della conseguente lotta con i nobili feudatari. Nel 1350 Pieve a Presciano entra nell’ottica del possesso di Firenze. Immagine26Ed in quegli anni turbolenti si pongono a difesa del luogo anche delle mura e si incastella il paese. Le mura, iniziate nel 1355, si edificano a fuso, come era usuale a quei tempi. Due torri sono ancora visibili, sebbene adibite a moderne abitazioni. Un’altra verrà inglobata nel Palagio Serristori (vedi scheda). La Pieve rimane però fuori dal circuito delle mura del Castello. Nel Quattrocento, continuando le guerre tra Firenze e Siena anche la Valdambra ne fa le spese subendo numerose scorrerie delle due parti ed anche Pieve a Presciano viene più volte assaltata e messa a ferro ed a fuoco. Nel Quattrocento si apportano alcune modifiche alla chiesa con la realizzazione delle prime cappelle laterali a cura delle famiglie emergenti del territorio come i Ghezzi, i da Presciano, i Danesi. Con l’avvento della “Pax Medicea” del Granducato e con la relativa politica di aiuto alla formazione di estesi possessi fondiari da parte delle famiglie fiorentine legate al potere dei Medici, in questo territorio si vedono crescere i patrimoni dei Ghezzi e degli Alberti i quali, estinguendosi, in seguito al passaggio ereditario, incrementeranno quello della famiglia che diverrà dominante dei Serristori. Immagine27 Nella visita pastorale del 1583 la chiesa risulta in buone condizioni, posta in un castelletto con tre porte di accesso. Ancora nel 1602 la Pieve possedeva numerosi beni immobili, lo sappiamo da un inventario del 1675 che ricopia un documento di quel tempo precedente. Nel XVII° secolo si costruirono all’interno della chiesa due altari, a spese dei Ghezzi e dei Fazzuoli e la chiesa fu ridecorata internamente. Immagine29E venne l’Ottocento. Un sacerdote, Don Giovan Battista Salimbeni reazionario, ma investito da un messianico interesse per il decoro della sua chiesa, in un cinquantennio fece cambiare l’aspetto della veneranda Pieve e le dette il certo decoroso ma antistorico ed aulentissimo aspetto con colonne ed altari che anche attualmente possiamo vedere. Fece fra l’altro abbattere il campanile a vela e costruire il campanile attuale al lato sinistro dell’edificio sacro.Immagine28