La Pieve di San Pancrazio (Cavriglia)

In Valdarno Pievi e Opere d'Arte Pievi e Opere d'Arte a Cavriglia

La Pieve è molto antica.  Sembra che sia nominata in un documento che alcuni fanno risalire a Carlo Magno, quindi esistente verso l’Ottocento d.c. Ma anche basandosi  solo sui reperti architettonici non si sbaglia ad affermare che la chiesa, almeno in forme più semplici, era presente ben prima del mille. Immagine72La cripta che è stata rinvenuta nelle fondamenta sotto il presbiterio è certamente precedente alla costruzione romanica. Quest’ultima si presenta tutto sommato anonima all’esterno. Il filaretto non è dei più precisi ed omogenei, la facciata ha un semplice portale a cui si accede da una scala esterna di qualche gradino poiché gli architetti dovettero tenere conto dell’andamento non pianeggiante del terreno.. L’interno, ad una sola navata, la riscatta ampiamente. Esempio unico nel Valdarno ha il presbiterio rialzato, solo San Minato a Firenze è concepita allo stesso modo.  Le alte pareti laterali sorreggono un tetto a capriate, il pulpito sulla destra aggettante, la lunetta della parete di fondo che simula l’abside, naturalmente volta ad est. Ma quello che colpisce sono le colonne che sorreggono il presbiterio con la scala di accesso all’altare sulla destra. La chiesa invita ad entrare ed a recarsi nella cripta,  Questa è un vero gioiello, sorretta da agili colonnette è costituita da diversi ambienti, tra i quali spicca la stanza dove era collocata la fonte battesimale, che ancora può essere immaginata nella forma ottagonale che ha lasciato sul pavimento dopo la sua improvvida rimozione. In effetti non sappiamo per quale sciagurato disegno, pur non essendo quella originale, che fu trovata murata in ambiente attiguo ora demolito, ma coeva, fu posta, dopo i restauri della chiesa, davanti all’attuale chiesa del Neri dove miseramente, del tutto fuori contesto, è ancora  visibile . Immagine73Nel XIII° secolo molte chiese del circondario erano sue suffraganee e nel ‘400 la Pieve divenne certamente molto importante dal momento che pievani ne divennero uomini di importanti famiglie della nobiltà fiorentina come alcuni Gherardini ed anche Medici. Non sappiamo con precisione a quale diocesi appartenesse fino al 1500 ma, da quel momento, seguì le sorti del comune di Montegonzi.  La congiunzione della Pieve con la torre campanaria deve essere avvenuta nel 1147 a giudicare dall’iscrizione di questa data sull’architrave della porta d’ingresso della cella campanaria. La sommità del campanile fu malamente restaurata nel seicento, probabilmente dopo un crollo, ed è facilmente identificabile nella diversità di forme architettoniche. Nel 1808 il pievano di allora acquistò una campana dell’Abbazia di Montescalari che era in dismissione, campana che era stata fusa dal Verrocchio e la collocò sulla torre campanaria. Purtroppo la campana si ruppe ed il pievano ebbe la malagurata idea di farla rifondere per realizzarne un’altra più piccola. Accanto alla chiese venne costruita la canonica che certamente ne costituiva anche la fattoria. Questi ambienti, abitati fino a pochi decenni addietro, versano in un degrado vergognoso ed avrebbero bisogno di restauri urgenti.