La Badia di Santa Maria a Ughi (Badiuzza)

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Situata nel comune di Rignano sull’Arno nella località la ‘ La Badiuzza’ faceva parte della Diocesi di Firenze, e del Piviere della Pieve di San Donnino all’ Antella. Il  toponimo che la contraddistingue, ricorda le antiche origini monastiche della chiesa, la chiesa di Santa Maria a Ughi è stata a lungo un patronato dell’abbazia di Vallombrosa e ancora si può ammirare poco distante dalla Villa di Torre a Cona. Nasce come priorato vallombrosano grazie a una donazione fatta da Ugo Rinuccini e venne consacrata il 10 maggio 1128 Successivamente la chiesa di Santa Maria a Ughi è ricordata più volte fra i documenti vallombrosani conservati all’archivio di Stato di Firenze. Il 16 febbraio 1132 con atto rogato da Ser Giovanni di Galizio, Guarnerio dalla Corta vende a Vallombrosa una parte di un podere nel popolo di Santa Maria a Ughi. Nell’aprile 1136 con atto rogato da Ser Piero viene registrata la vendita che Bacaretto e Giulia fanno all’Abbazia di Vallombrosa di una proprietà nel luogo detto La Lama , vicino alla Chiesa di Santa Maria a Ughi.Viene confermata come priorato dei Vallombrosani con breve del papa Innocenzo III del 1 giugno 1204. Questa istituzione canonica del priorato stava a significare che l’Abate di Vallombrosa aveva il privilegio di nominare il Rettore dell’Abbazia di Ughi. Nella chiesa si sono mantenuti alcuni elementi che ricordano le antiche origini. E’ formata da un’aula unica, coperta, con il tetto a due spioventi, conserva alcune strutture romaniche ma la scarsella con cui finisce la chiesa, a pianta quadrilatera, unita alla ampia finestra ogivale posteriore sono evidenti aggiunte stilistiche gotiche forse inserite al momento dell’arrivo dei vallombrosani. Questi elementi gotici da datare intorno alla prima metà del ‘300 forse sono da mettere in collegamento con la donazione fatta il 12 luglio 1335 . Per testamento, Andrea di Guido lascia i suoi averi per le riparazioni della chiesa (in auxilium reparationis). La chiesa era patronato della famiglia Rinuccini come molte delle terre intorno, la Villa di Torre a Cona soprattutto, e come si può notare negli stemmi presenti all’interno: sopra l’arco trionfale (dipinto) e nel tabernacolo di marmo bianco (scolpito). Nell’inventario del 1570 sappiamo che al momento il patronato era dell’erede di Francesco di Alessandro de’ Rinuccini .Nel documento sono ricordati i due altari murati : l’altare maggiore e quello della Madonna con le loro tavole sacre e la predella davanti. Vi si trovano molti paramenti , una pace di legno dipinto “chol volto santo” , alcuni messali in pergamena, un “libro grande di charta pechora per chantare la messa e il vespro per la festa” e un “chalice chol piè di rame horato (dorato) et smaltato chon la choppa dargento inhorata (indorata)”.

Non sappiamo dove sono andati a finire questi arredi insieme alle due campane che ornavano il primitivo campanile distrutto da un terremoto nel 1895. Nella chiesa era presente anche un trittico di Jacopo del Casentino la cui madonna centrale si trova in un museo di Ginevra. In varie epoche si sono avuti dei rifacimenti o delle modifiche alla Badia come nel 1697 e nel 1769. Il 13 luglio 1798 diventa prioria secolare, nel 1819 è tolta al patronato dell’abbazia di Vallombrosa. Nel 1833 passa dal piviere di Antella a quello di Rignano. Nel 15 luglio 1987 è soppressa e unita alla chiesa di San Donato. Attualmente le condizioni sono molto precarie, come anche le nostre immagini testimoniano. Da notare il complesso degli edifici che la affiancano, molto probabilmente facenti parte, almeno parzialmente, del monastero una volta esistente.

 

 

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