La Badia di San Salvatore della Berardenga

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L’Abbazia di San Salvatore della Berardenga si trova nella parte iniziale della valle dell’Ombrone a 291 mslm ad est di Castelnuovo, al confine sud-occidentale della Valdambra. Immagine22Nel febbraio dell’anno 867 il Conte di Siena, di origine franca, Winigis e sua moglie Richilda, fondarono nel luogo un monastero femminile intitolato al Santo Salvatore e a Sant’Alessandro e lo dotarono di numerosi beni patrimoniali. Questo monastero non ebbe molto successo infatti nel 1003 i Conti della Berardenga, che provenivano dalla famiglia di Winigis, rifondarono il monastero, facendolo divenire maschile, sottoponendolo alla Immagine24 regola benedettina e dotandolo, pure loro, di notevoli beni immobili. In effetti al momento della fondazione il monastero ricevette ben 27 mansi.I due fratelli che istituirono il monastero si chiamavano Ranieri e Berardo II°. Da lui prese il nome la famiglia. La famiglia della Berardenga signoreggiò per vari secoli in questa parte del territorio toscano facendo però perno, anche quando si divise in vari rami, sempre sul monastero di famiglia. La Badia, iniziando da quei 27 appezzamenti di terreno, divenne in breve una vera potenza economica ed arrivò a possedere una grande quantità di terreno, sia boschivo che coltivato, punteggiato da numerosi mulini sui vari fiumi e torrenti della zona, che verrà chiamata appunto “Berardenga”. Nel secolo XI° già 11 erano le chiese che facevano capo al monastero, come si viene a sapere anche da un Privilegio più tardo di Papa Urbano III° del 1186. La situazione della Badia non era facile a quei tempi perché, a parte le lotte che insanguinavano questi territori per la guerra che si facevano i comuni di Arezzo, Siena Firenze ed inoltre per le lotte che vedevano affrontarsi guelfi e ghibellini, dal punto di vista amministrativo la Badia dipendeva da Siena, ed infatti dal XIII° secolo essa pagherà le tasse al comune senese, invece, dal punto di vista religioso, essa dipendeva dal Vescovo di Arezzo. Comunque dal 1098 l’Abbazia si era sottomessa all’ordine Camaldolese che la difese sia dalle ingerenze della famiglia, che da quella del Comune di Siena ed anche dal Vescovo di Arezzo. Nel XIV° secolo inizia la decadenza del cenobio che in quel secolo sarà sottoposto a Commenda. Un lento ma inesorabile declino, oltre ad essere sottoposto all’Ordine di Santa Mustiola, sempre Camaldolese, lo porterà fino alla visita dell’allora Abate Commendatario, il Vescovo di Siena Alessandro Zandadari, del1720 che troverà tutto il complesso in gravi condizioni, tanto che lo sottoporrà ad un primo intervento di recupero. Ma il declino non si arresterà e nel 1810 il monastero viene ceduto ai privati e la chiesa retrocessa a prioria. Il complesso, pur se ha subito notevoli rimaneggiamenti, mantiene un indiscutibile fascino. La chiesa, ad unica navata con il transetto che termina nell’abside semicircolare, ha la forma tradizionale a croce latina delle Badie. La Bellissima torre campanaria di suggestioni lombarde, presenta cinque ordini sovrapposti di aperture, con un bellissimo effetto dovuto alla ripetizione delle monofore e trifore. Immagine23La parte esterna del transetto è impreziosita da gradonati ed arcate cieche di origine pisana che continuano anche sull’abside. La cupola è coperta all’esterno da un tiburio ottagonale come a Badia a Ruoti. Alla chiesa del XI° secolo appartiene la cripta che è divisa in tre navatelle e altrettante campate. La chiesa nel 1806 è stata accorciata di un terzo.