Il Castello di Pratelli (Incisa)

castelli e paesi a incisa-figline Castelli e Paesi in Valdarno In Valdarno

L’antica dimora sorge a soli 25 Km. da Firenze, su una collina ornata di ulivi e cipressi, tra la pieve di San Vito e Poggio alla Croce. La quiete che oggi vi si gode mai farebbe immaginare le atroci battaglie che si svolsero intorno a queste pietre.IMG_20150318_104155 La cittadina di Incisa in Val d’Arno, vicina al castello, si trova a sud-est di Firenze. Le origini di questo insediamento risalgono all’epoca degli Etruschi, ma l’importanza della cittadella cresce considerevolmente in epoca romana in ragione della vicinanza ad importanti vie di comunicazione, specialmente quella che dal Valdarno risaliva verso Poggio alla Croce e quindi raggiungeva Firenze. In epoca medioevale il paese acquista ulteriore importanza rappresentando un punto strategico di avvistamento lungo tutta la valle dell’Arno Superiore. In questo periodo vengono restaurate e fortificate molte delle antiche torri di avvistamento già presenti sul luogo, per lo più di origini longobarde (c.d. gardinghi), e tra queste anche la Torre di Pratelli. Il castello quindi acquista sempre più importanza come baluardo antemurale del castello di Incisa. In tempo di pace la Diocesi di Fiesole acquisisce in quegli anni il pieno controllo sul territorio incisano e così la maggior parte dei possedimenti fondiari situati in quest’area gradualmente perviene – attraverso vendite e donazioni – alle congregazioni religiose. La Torre di Pratelli si viene così a trovare nei territori e nel possesso della vicina Badia di Monte Scalari. Nel XIV secolo Incisa si trova coinvolta, come tutto il Valdarno, nelle violente battaglie che vedevano contrapporsi Guelfi e Ghibellini, Bianchi e Neri e la Torre di Pratelli viene semi distrutta in molte occasioni trovandosi al centro di cruenti scontri. Come nel 1312 quando Incisa viene usata come roccaforte per sbarrare il cammino verso Firenze delle truppe dell’imperatore Arrigo VII, appoggiate dai Bianchi, le quali, per riuscire nella conquista della città, si vedono costrette ad una manovra di aggiramento del presidio che le porta a saccheggiare e distruggere anche la Torre di Pratelli. Terminate le scorrerie dei Bianchi, dopo che Firenze, con “la Parte Guelfa” è riuscita ad entrare stabilmente in possesso di tutto il Valdarno, il castello di Pratelli viene successivamente ristrutturato ed ampliato per essere trasformato in una vera e propria fattoria prima e quindi villa signorile. Il complesso rimane di proprietà dei monaci della Badia di Monte Scalari sino alla soppressione della comunità avvenuta nel 1776. Nel XIX secolo la Villa di Pratelli appartiene ad una grande famiglia proprietaria terriera del luogo, nonché di molti immobili nella città di Firenze che fa capo a Pier Giannozzo Mozzi, fino a quando, verso la fine dell’Ottocento, la tenuta viene acquistata dai conti Grottanelli, il cui stemma, un leone rampante, sormonta ancora il portone d’ingresso.IMG_20150318_104541
I successivi proprietari agli inizi del secolo ristrutturano la torre e l’annessa villa, aggiungendo nuovi corpi di fabbrica e conferendole l’attuale aspetto neogotico, probabilmente affidando i lavori all’architetto Coppedè. Il complesso oggi si sviluppa intorno alla piccola corte centrale, sulla quale si affacciano la torre medioevale, la residenza padronale ed un’ala destinata ai locali di servizio. La villa è attualmente adibita a residenza privata.  La Torre è utilizzata nell’ambito dell’attività agrituristica.

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