Il Castello di Pogi

Castelli e Paesi a Bucine Castelli e Paesi in Valdarno In Valdarno

Pogi, Il nome sembra derivare dalla parola latina “paucis” e non da quella di “poggio” come può sembrare, nei primi secoli dopo il mille, era un possedimento dei Conti Guidi, infatti nel 1260 Guido da Modigliana acquista il Castello da Alberico da Pogi, che doveva già essere sottomesso ai conti da un rapporto di vassallaggio. Immagine35Pogi era una vedetta a guardia della strada che da Capannole e dall’aretino giungeva verso il Valdarno ed era specialmente dedicato al controllo del ponte romanico, certamente costruito su uno preesistente romano, che attraversava il fiume Ambra. Pogi, a quel tempo, faceva parte del Viscontato della Valdambra sotto il dominio dei Guidi, insieme a Rendola, Pergine, Torre di Santa Reparata, Bucine, Caposelvi, Galatrona. Immagine36Il castello, come il territorio circostante, fu investito dalle lotte fra ghibellini e guelfi e fra le varie consorterie delle famiglie magnatizie medioevali. Così nel  primo trecento ebbe su di lui giurisdizione Pier Saccone dei Tarlati fratello del più famoso Guido, Vescovo di Arezzo. I Da Pietramala avevano ottenuto i diritti sui castelli della Valdambra per acquisto direttamente dai Guidi. Verso il 1322 tornò invece sotto il dominio dei Guidi, restituito loro da Firenze, dopo l’ennesimo scontro con i ghibellini di Arezzo. Immagine37Nel 1337, la popolazione del Castello, stanca delle guerre sopraddette, si pose definitivamente sotto l’accomandigia di Firenze. Oggi della rocca non restano che dei ruderi inglobati nelle case che sono rimaste nel paese, che sono ancora disposte intorno alle due piazze. Vicino a quella che era la porta del castello è ancora esistente  la chiesa di San Donato che è documentata con la stessa età del castello. La chiesa è ad una navata con un altare centrale e due laterali. Nella chiesa è presente una bella tela del XVI° secolo di scuola fiorentina. Molto interessante il ponte che abbiamo detto è di origine romana ma che ci è giunto in un aspetto decisamente più tardo. E’ a schiena d’asino e conta bel cinque arcate ed è realizzato sia in pietra che con laterizi in una evidente bicromia. Immagine38 Nei pressi del ponte era presente un mulino, famoso nel medioevo perché molto produttivo, sotto la direzione dell’Abbazia di Agnano. In effetti i primi due documenti che citano il castello sono proprio documenti che recano il nominativo di alcuni personaggi investiti di privilegi derivanti da dei diritti di molitura.

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