Il Castello di Campogialli

Castelli e Paesi a Terranuova B.ni Castelli e Paesi in Valdarno In Valdarno

Il toponimo di Campogialli non è di facile definizione. Alcuni lo fanno derivare da “campo giallo” un elemento di uno stemma gentilizio, altri dalla presenza di grande quantità di ginestre nel territorio circostante che ne evidenziavano il colore nel momento della fioritura. Immagine130Anche il territorio di Campogialli conserva tracce di antichissimi insediamenti (lo stesso idronimo “Agna” , il torrente che scende dal Pratomagno e passa vicino al paese, è di chiara origine etrusca) e gravitava fin dai tempi più remoti attorno alla città di Arezzo; il castello medievale, faceva parte con altri castelli del sistema di controllo della strada che da Arezzo arrivava, prima a Fiesole in età etrusca e quindi a Firenze nel medioevo. Faceva parte del contado aretinoImmagine131 ed era un feudo ghibellino dei Pazzi, famiglia comitale del Valdarno, imparentati con gli Ubertini, che lo utilizzavano spesso come base di appoggio delle loro scorrerie contro i fortilizi guelfi valdarnesi in mano ai Fiorentini. Fu per questo – come ebbe a scrivere il contemporaneo Giovanni Villani nella sua Cronica – che, il 29 aprile 1344, ” quelli di Castello Franco di Valdarno di sopra con altri Valdarnesi e masnade [di fuoriusciti guelfi] d’Arezzo cavalcarono sopra’ Pazzi di Valdarno, e per tradimento ebbeno una porta del castello di Campogiallo ch’era di Pazzi, e in quello entrati, corsono il castello uccidendo uomini e femmine senza nulla misericordia, e uccisonvi 10 della casa di Pazzi di migliori di loro, e rubata la terra vi messono fuoco, onde caro costò a’ Pazzi la guerra e oltraggi fatti a quelli di Castello Franco e agli altri Valdarnesi del contado di Firenze per lo tempo passato”. Ai superstiti non restò alcuna alternativa ed essi si dovettero assoggettare “spontaneamente”, come registrano, con eufemismo, i documenti ufficiali alla Repubblica Fiorentina. Nel 1356 però  un diploma dell’Imperatore Carlo IV° lo assegna ancora ad Arezzo. Nel 1376 è invece inserito nella podesteria di Terranuova, appena istituita. Con la caduta definitiva di Arezzo del 1384 anche il territorio di Campogialli, come tutto il Valdarno, sfuggiva definitivamente al controllo politico e militare di Arezzo per entrare nell’orbita fiorentina. Nel 1773 Campogialli fu inserito nel Nuovo Comune di Terranuova istituito dalla riforma amministrativa di Pietro Leopoldo di Toscana. Non si sa quando sia stata costruita la nuova chiesa dedicata a Sant’Agata; essa fu comunque eretta in prioria il 3 giugno 1763 e fu Immagine132sottoposta ad un restauro radicale poco prima dell’ultima guerra, su progetto del francescano padre Raffaello Franci del convento di Monte alle Croci. Il Castello è invece ancora perfettamente leggibile con costruzioni originali. Chi visita il “castello” di Campogialli non può non fermarsi a vedere anche l’insolito presepe allestito con fiaschi e bottiglie da Nelio Barchi, ex oste, campogiallese di adozione e autore di Le avventure di Vetrocchio, un burattino – guarda caso di vetro fratello minore di Pinocchio. Poche centinaia di metri a ovest dell’abitato, in mezzo alla campagna, si impone subito un’altra sosta per la visita alla bella chiesetta di Santa Maria in Campo Arsiccio (vedi scheda). L’edificio si presenta esternamente alquanto spoglio, se si eccettua un piccolo loggiato che si appoggia sulla fiancata di destra, ma proprio sotto a questo si aprono le porte d’accesso all’unica navata, le cui pareti sono tutte affrescate. I dipinti, di buona fattura, appaiono abbastanza leggibili: di notevole interesse le Storie di Cristo, il Giudizio Universale e un’Annunciazione datata 1364Immagine133