I PERCORSI STORICI DEL VALDARNO SUPERIORE

Comunicazioni

Durante il mese di Settembre dell’anno scorso siamo stati avvicinati da alcuni imprenditori turistici di Bagno a Ripoli. Insieme all’Accademia del Poggio ed alle Sezioni C.A.I. di Firenze ed Arezzo, siamo stati contattati perché gli imprenditori avevano un problema. Essendo proprietari di agriturismi di pregio alle porte di Firenze, ricevono moltissime richieste dai clienti ed in generale dai turisti che, dopo Firenze, magari provenienti dalla Via degli Dei, percorso che si snoda tra Bologna e Firenze, vorrebbero proseguire verso Roma ma non trovano indicazioni in proposito. Ci siamo messi al lavoro. Avevamo già una idea simile, un desiderio cioè di costruire un percorso che attraversasse il Valdarno da nord a sud in un collegamento ideale con i percorsi da noi inseriti nel sito ufficiale. Abbiamo quindi individuato due nuovi percorsi che abbiamo chiamato: Via dei Cavalieri e Via dei Monaci. Unendoli agli altri due che si chiamano Via Sancti Petri e Via Vecchia Aretina, che qualche anno indietro un lavoro sponsorizzato dalla Cassa di Risparmio di Firenze aveva proposto all’attenzione degli appassionati, abbiamo realizzato, a nostro  avviso, un ottimo sistema complessivo di percorsi che interessano tutto il territorio valdarnese.

Se guardate la cartina che li mostra tutti insieme, potrete accertarvi, magari con un po’ di difficoltà a causa delle dimensioni ridotte di quest’ultima dovute alla necessità di farceli rientrare in tutta la loro lunghezza, come vi siano inseriti tutti i comuni compresi da Firenze ed Arezzo, sia alla destra che alla sinistra del fiume Arno. (I cammini storici del Valdarno)

In effetti i quattro percorsi che stiamo studiando con l’Accademia hanno una valenza storica notevole. Non solo quelli già indicati nel progetto Cassa di Risparmio. Il primo (rosso-blu), era indicato in medioevo con il nome di “Via Sancti Petri”, cioè la via per Roma, quella che noi conosciamo come via “Setteponti”, via utilizzata prima dagli etruschi e poi dai romani (la vecchia “Cassia Vetus”); mentre il secondo (giallo) era chiamato “Via vecchia Aretina”, fatta risistemare con lavori storici famosi da Leopoldo di Toscana nel XVIII secolo.

Anche gli altri successivi hanno tutte le caratteristiche che possono ben figurare in fatto di percorsi storici perchè ricalcano vecchie vie utilizzate da tantissimo tempo. Il terzo (turchese) l’abbiamo chiamato “La via dei Cavalieri o delle Pievi” e ricalca in maniera maggiormente possibile la  “Cassia Adrianea” che, fatta costruire dal Console Adriano nel II° secolo dopo Cristo, fu in seguito il tracciato posto a sinistra dell’Arno nei pressi del quale furono costruite le Pievi medievali, da sempre tappe negli spostamenti di uomini ed animali. L’ultimo infine, (viola), che abbiamo chiamato “La via dei Monaci o delle Badie” e che si svolge sul crinale dei monti che dividono il Valdarno dal Chianti, unisce le numerose badie benedettine che si dipanano dai sobborghi di Firenze (Badia di Bagno a Ripoli, Badia Montescalari, Badia Montemuro, Badia Coltibuono, Badia Agnano, Badia di Santa Flora e Lucilla) fino ad Arezzo. Percorso utilizzato tra l’altro, oltre che dai monaci, per la transumanze del bestiame tra il fiorentino e la Maremma.

Mentre i primi due percorsi (ma alla Setteponti abbiamo applicato delle varianti) sono stati disegnati senza l’ausilio del CAI poichè, fummo chiamati ad opera quasi compiuta e quindi sono percorribili quasi costantemente in strade asfaltate, anche se a basso traffico, gli ultimi due, da noi scelti, hanno la caratteristica di essere al 90% sui sentieri CAI ufficiali. Quindi per noi dovrebbe essere agevole il loro mantenimento. Crediamo che questo aspetto sia un punto di vantaggio per il nostro progetto.

Dal punto di vista storico la nostra ricerca si è fatta molto accurata. Abbiamo consultato molti testi riguardanti i percorsi storici. Siamo partiti dagli scritti del Davidsohn sulla “Storia di Firenze”; continuando con il Plesner della “Rivoluzione stradale del Duecento”; per seguire Lopes Pegna dell’”Itinere Etruriae”; richiamando “le comunicazioni stradali attraverso i tempi Firenze-Roma” di Daniele Sterpos; consultando le “Ricognizioni archeologiche in Etruria” di Alvaro Tracchi; arrivando al bellissimo volume di Annapaola Mosca “Via Cassia”; terminando con le ultimissime considerazioni espresse da Riccardo Chellini “Il sistema viario da Fiesole e Firenze al Valdarno aretino”.

Ma quello che ci ha confortato è stata una verifica empirica che abbiamo eseguito con l’aiuto di un libro: Il libro vecchio di strade della Repubblica fiorentina”, copia secentesca del manoscritto originale del 1461 redatto per la cura delle strade da parte dei Capitani di Parte Guelfa. Abbiamo inserito su di una mappa georeferenziata tutti i luoghi indicati nel ”Libro Vecchio” per la “Strada di Ricorboli”, la strada che, partendo da Firenze, si dirigeva nel Valdarno verso Arezzo. In verità all’inizio non capivamo come potessero essere accomunati tali luoghi citati essendo distribuiti su tutto il territorio valdarnese senza una indicazione precisa di “cammino”.

Su questa mappa abbiamo poi sovrapposto i quattro tracciati. La soddisfazione è stata tanta quando abbiamo visto le tracce collegare come per incanto quasi tutti i punti indicati nel libro con un ordine preciso, sequenziale, sebbene distribuito su quattro direttrici, guarda caso quelle che avevamo inserito nel progetto.

Ciò detto non abbiamo definito completamente i percorsi. Manca ancora del lavoro da fare. Le piccole varianti locali sono da precisare con un accurato controllo sul territorio, ma dal punto di vista delle tracce possiamo dire che il lavoro è stato portato al 95%.

E’ chiaro che il nostro intento è quello di valorizzare il territorio su cui insiste la nostra Sezione, unitamente, bene inteso, alla Accademia Del Poggio ed agli Operatori Turistici (che ne avrebbero anche un ritorno economico).

Mentre ragionavamo su questi progetti è uscita una comunicazione del CAI Nazionale, specificatamente dalla Commissione Nazionale Escursionismo che invitava le Sezioni ad adoprarsi per lo studio ed il reperimento di percorsi storici nei vari territori italiani. Vi sottoponiamo ampi stralci della comunicazione:

 

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  • Si possono evidenziare tre fenomeni che hanno favorito questo tipo di escursionismo. A metà degli anni ’90 si gettarono i presupposti per lo sviluppo dell’itinerario della Francigena, sull’onda del crescente successo del Cammino di Santiago ed in prospettiva del Giubileo 2000.
  • Sempre dopo il 2000 si è assistito allo sviluppo dell’escursionismo in mountain bike che rappresenta un agevole strumento di conoscenza del territorio pedemontano collinare, proprio quello dove esistono la maggior parte dei percorsi storici.
  • Un’altra spinta a frequentare le aree adiacenti alle città e borghi italiani è venuta da una maggiore attenzione e sensibilità della popolazione, dovuta ai consigli dei medici e ai servizi giornalistici e televisivi che portavano a favorire il movimento con lunghe passeggiate all’aperto, dando la spinta alla creazione di nuove spazi adatti come piste ciclopedonali dentro e fuori città da parte degli enti locali……

Un momento di riflessione importante all’interno del CAI è avvenuto in occasione della predisposizione del programma CAI150, nell’ambito del quale fu inserito il progetto della CCE denominato CamminaCAI150: la percorrenza di tre itinerari storici con partenza (20 aprile 2013), punto intermedio ed arrivo (28 settembre a Roma) in contemporanea. Di fatto, sotto l’egida CAI, è nata l’ossatura di una rete escursionistica di itinerari storici estesa su tutto il territorio nazionale. Dei tre itinerari, due – la Francigena e la Micaelica – possono essere considerati già da tempo consolidati, mentre il terzo – denominato Salaria quattro regioni senza confini – è stato un nuovo ingresso……..

Le azioni che il gruppo di lavoro “Percorsi Storici” dovrebbe  sviluppare in una prima fase per permettere di compiere un passo in avanti sono relative ad un impegno sistematico del CAI in tema di  percorsi storici e cioè censire tutti i principali percorsi finora realizzati in Italia, una sorta di banca dati sintetica dove sono evidenziati gli aspetti principali di ciascun itinerario (motivazione che connota l’esistenza del percorso, lunghezza, tappe, luoghi notevoli attraversati, chi lo ha realizzato, chi ne effettua la manutenzione, il tipo di segnaletica adottata, guide esistenti). Il censimento dovrebbe essere fatto anche con il supporto dei Gruppi Regionali, gli OTTO Escursionismo , delle Sezioni e  dei titolati (AE) in modo da coinvolgerli nel progetto e far comprendere che su questo tema il CAI deve essere presente ed attivo…….

In una seconda fase, oltre all’aspetto scientifico, possono essere creati specifici eventi di comunicazione, del tipo: una giornata nazionale dei sentieri dedicata ai percorsi storici, una pubblicazione che raccolga gli esiti della ricognizione (potrebbe essere un volume specifico della collana realizzata insieme al Corriere della Sera e diffusa in edicola), uno spazio specifico nel sito cai.it, ecc……..

Gli obiettivi che il CAI può perseguire da questa azione di gioco a tutto campo, sono molteplici: 

– un ruolo, più attivo e dinamico del CAI su tutta una serie di problematiche non strettamente legate alla montagna intesa come alta quota, ma connesse alle aree pedemontane-collinari poste a quote più basse che abbracciano la stragrande maggioranza del territorio nazionale. Un esempio delle possibili conseguenze del nuovo ruolo del CAI è quello di interlocutore principale nelle amministrazioni comunali nella definizione dei piani regolatori nella parte relativa alle cartografie e normative inerenti la mobilità lenta del territorio comunale;

 – l’esperienza acquisita dal CAI nella salvaguardia, manutenzione e corretta frequentazione dei sentieri verrebbe messa a disposizione anche per sentieri a più bassa quota facente parte della rete dei percorsi storici. La stessa segnaletica potrebbe essere uniformata a quella CAI, senza incorrere in sprechi o apposizione di segnaletiche non chiare, fatte male;

 – è possibile che il numero dei soci possa aumentare, proprio grazie al coinvolgimento di parte della popolazione non adusa alla frequentazione della montagna. Un’educazione esercitata dal CAI su tali nuovi soci relative alle modalità di frequentazione dell’ambiente a quote più basse (rispetto di se stesso, degli altri e dell’ambiente) non può che portare beneficio nel caso che gli stessi vogliano frequentare ambienti naturali più protetti. ……

 

Viste queste considerazioni abbiamo valutato che il nostro lavoro è perfettamente integrato nelle linee di indirizzo del CAI Nazionale e questo ci ha dato una spinta maggiore per portarlo a termine.

Abbiamo quindi inserito i quattro percorsi nel nostro sito nella sezione “I percorsi storici del Valdarno”. Abbiamo realizzato, con l’aiuto di Gabriele Barlacchi una pagina dedicata alle quattro vie e, alla maniera dei percorsi che già avevamo inserito, abbiamo provveduto ad organizzare per ogni specifica via una serie di “giornate” di percorrenza, corredandole di tutta una serie di informazioni tecniche su distanze, altitudine, dislivello, traccia gps, ecc, Ci preme sottolineare che abbiamo inserito in ogni giornata i luoghi interessanti e notevoli che il percorso incontra, riutilizzando buona parte delle schede già presenti nel nostro sito, accrescendole di un notevole numero per completare i luoghi significativi toccati dalle tracce ma che non avevamo preso in considerazione in precedenza.

Da quando abbiamo inserito le tappe nel sito abbiamo visto un incremento costante di visite su queste pagine, nonostante non sia stata effettuata nessuna propaganda sulla loro presenza. Ciò significa che vi è un interesse crescente su questi temi e che il nostro lavoro sta cominciando ad inteccettarlo.

Restano da dire due cose:

La prima è una precisazione sul lavoro con la Accademia del Poggio e gli imprenditori che sono stati i motori del progetto.

  • Abbiamo tentato di coinvolgere gli Enti Locali attraverso il Comune di Bagno a Ripoli che è quello posto all’inizio dei cammini. Non abbiamo per il momento avuto fortuna. Sappiamo che le condizioni dei Comuni sono difficili e da una parte inserire una ventina di comuni in un progetto è cosa molto ardua. Abbiamo quindi pensato di costruire un esempio di quanto vorremmo fare (il sito ed un esempio ridotto di pubblicazione) e con quelli, a mo’ di esempio, cercare di trovare uno sponsor privato che ci possa supportare nelle spese che saranno necessarie.

                       Abbiamo pensato infatti che per completare il progetto ci debbano essere alcune realizzazioni ed         attività necessarie.

  1. La prima è una pubblicazione sulle Vie Storiche a cui sta lavorando l’Accademia con il suo Presidente Prof. Lorenzo Tanzini.
  2. La seconda dovrebbe essere un sito dedicato, più completo di quello che abbiamo messo in campo noi, dove trovare tutta una serie di informazioni necessarie come punti di sosta, punti di ristoro, prodotti locali in vendita ecc, ecc. Cose che evidentemente il sito del C.A.I. non può né fare né dire.
  3. La terza è una iniziativa dei CAI delle Sezioni di Firenze, Valdarno Superiore e Arezzo per la segnatura completa del percorso.

Contestualmente occorre trovare una organizzazione che sviluppi una attività di marketing per la promozione dei percorsi e per la loro conoscenza a livello nazionale ed oltre. I percorsi della Cassa di Risparmio sono caduti nell’oblio proprio per questa mancanza e non ci possiamo affidare agli Enti Locali.

La seconda è il ruolo della nostra Sezione:

  • Non nascondiamo che il lavoro maggiore l’abbiamo fatto noi e che ne faremo altro in futuro ma, da un lato, è questa la nostra missione di Club Alpino e quindi deve essere portata avanti; dall’altro lato consideriamo che, essere in prima fila in un progetto come questo, se portato a termine, ci farebbe ottenere un notevole prestigio. Vi ricordo fra l’altro che nella circolare nazionale si sottolinea il fatto che il CAI deve proporsi come interlocutore principale delle Amministrazioni Comunali in tutta una serie di iniziative ed attività di mobilità lenta.
  • Nel mese di Novembre abbiamo scritto una lettera ufficiale a nome del nostro Presidente al Presidente Regionale e al Referente Nazionale della Commissione Escursionistica per presentare questo progetto e per proporci come una sezione che lavora anche in questa nuova attività del CAI.

Sollecitiamo infine la vostra attenzione sul fatto che, anche se il progetto ambizioso non andrà in porto, la nostra Sezione potrà sempre indicare a tutti gli interessati la sezione dedicata del nostro sito che, anche da sola, perché sarà sempre migliorata, può sostenere un appassionato che voglia intraprendere i “Cammini del Valdarno Superiore”.

 

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