Il Castello di Montegrossi

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Il castello di Montegrossi, che fu chiamato anche Montegrossoli, era una rocca di estrema importanza a confine e baluardo dei territori fiorentini e senesi a seconda di chi lo possedeva in quel tempo.Immagine169 Eretto a circa 700 metri di altezza su di un’altura aggettante il passo dove transitava la strada che univa il Valdarno al territorio senese fu, da sempre, oggetto appunto delle dispute fra Firenze e i suoi nemici sia imperiali che senesi. Si chiarisce così come questo, una volta poderoso castello, fu teatro di numerosi fatti d’arme fra le due città e fra i Ghibellini ed i Guelfi. Le prime notizie del fortilizio si hanno nel 1007 che, dice il Repetti, si trova in una pergamena della Badia di Passignano, Un Altro  documento rogato in “castro de Monte Grossoli” del 1033 che riporta una donazione di alcuni terreni alla Badia di Coltibuono attesta la presenza anche della famiglia dei Firidolfi. In Montegrossoli si stabilì nel 1162 il Castellano Imperiale, facendo di questo castello il punto di forza del controllo dell’Impero sul territorio circostante. Si ha notizia del fatto che nel 1171 fu conquistato e distrutto dai Fiorentini che volevano liberarsi di un grosso ostacolo ai loro movimenti nella zona. Rendendosi conto dell’importanza del luogo i fiorentini lo assegnarono come feudo alla famiglia chiantigiana dei Firidolfi che, come abbiamo visto, erano già presenti nella zona, i quali ne curarono la ricostruzione. Ci sono notizie che questi feudatari, non sempre fedeli ad una parte ma, come spesso succedeva in quei tempi, badando in primo luogo al proprio interesse, usarono Montegrossi anche come base per azioni di brigantaggio e saccheggio, sia delle carovane dirette a Firenze od a Siena, sia taglieggiando anche i loro vicini come la Badia di Coltibuono. Anche la vicina Badia a Coltibuono fu costretta infatti in varie occasioni a soggiacere alle richieste dei feudatari anche se invece, in diverse altre occasioni, questi ultimi fecero delle ricche donazioni al cenobio. Poco dopo, passato di nuovo di mano, il castello entrò a far parte, come punto di forza, della catena di fortificazioni volute dall’Imperatore Barbarossa dal Chianti a Fucecchio, nel Valdarno, per controllare tutta la Toscana centrale. Ma anche questo dominio non durò a lungo e, durante la guerra fra la Lega dei Comuni Toscani e le forze imperiali, i Fiorentini si impossessarono di nuovo del fortilizio. Oltre a un potenziamento dei sistemi di difesa la piazzaforte, vista la sua importanza strategica, fu dotata di una guarnigione permanente. Ancora nel 1298, sebbene in mani fiorentine, il castello era chiamato “Il Palagio” a testimonianza del ricordo della sua vecchia e prestigiosa funzione di sede imperiale.Immagine170

Nei secoli successivi Montegrossi fu più volte assediato con grande accanimento. Gli attacchi più massicci furono portati dagli Aragonesi nel 1478. Nel 1530 l’esercito di Carlo V° , in quel momento nemico di Firenze, rase al suolo definitivamente il castello, onde evitare che la pur sconfitta Repubblica Fiorentina potesse,  quando si fosse ripresa, usarlo come rinnovato punto di forza nel Chianti. Da allora i ruderi di Montegrossi sono abbandonati, ma sulla cresta del monte è perfettamente visibile l’imponente cassero con torre circondato da ciò che resta, purtroppo solo pietre sparse nella vegetazione, del recinto fortificato. La torre angolare del maniero, ormai diroccata risale alla fine del XII° secolo mentre la parte che costituisce il Palagio è più tarda e risale alla metà del secolo successivo, al tempo dell’Impero. All’interno vi restano pezzi del soffitto a volta in pietra di alcuni locali. Sul cassero possiamo ancora notare la bella porta d’accesso, a un livello rialzato dal terreno, ed all’interno i capitelli di pietra che sostenevano le assi dei solai. Purtroppo l’intero complesso è a grave rischio di ulteriori crolli, tanto che anche una visita potrebbe essere pericolosa.

 

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