Il castello del Borro

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Il Borro è un antico insediamento posto a 275 metri sul livello del mare tra i torrenti Oreno a sud e Agna a nord, in un luogo che fin dall’antichità vide il passaggio di uomini e merci trovandosi nelle vicinanze dell’antica via etrusca che da Arezzo raggiungeva Fiesole e che in età romana fu chiamata prima Clodia e quindi Cassia.

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Si trova su di un pianoro di una “balza”, caratteristica formazione geologica di questa parte della Toscana, a strapiombo su tre lati, una volta difesi da alte mura, con un ponte di pietra che ne consente l’accesso verso est, e lo mette in collegamento con il piano alle sue spalle. Le case del borgo sono costruite in muratura mista a pietra e mattoni, molti a faccia vista. Le coperture delle case sono quasi sempre a travi anche queste a vista e coppi all’uso toscano. Tutto ciò gli conferisce il singolare antico aspetto. All’interno del borgo si trova la chiesetta di San Biagio a navata unica. La conformazione del borgo attuale deriva dalla struttura delle mura che spesso sono state inglobate nelle abitazioni. Il primo documento che ci è noto sull’esistenza del castello è del 1039 dove si fa anche menzione del nome che già allora era definito “Burro”. In quel documento il Castello risultava dipendente dalla Pieve di San Giustino di cui la chiesetta del castello era suffraganea. Il Castello faceva parte della “Regione Barbaritana” come era chiamata questa parte del territorio aretino che va, grosso modo, dalla Chiassa alle prime pendici del Pratomagno. Con questa dizione si voleva indicare un territorio che per molto tempo fu sotto l’influenza dei Goti e dei loro discendenti. E’ ormai assodato che la famiglia “Del Borro” ha preso il nome dal luogo e non è accaduto il contrario. La famiglia Del Borro infatti acquisì il Castello nel 1255 ma lo tenne per poco più di un secolo dal momento che, come Ghibellini, furono investiti dalle lotte che li contrapposero, insieme alle altre famiglie di medesimo sentire, alle fazioni Guelfe alleate di Firenze. La famiglia Del Borro fu estromessa dal possesso del Castello nel XIV° secolo quando Firenze cominciò la sua conquista di questa parte del contado. Nel 1344 gli uomini del Castello del Borro si sottomisero a Firenze, cercando in ciò una duratura pace dopo decenni di lotte. Il castello, per decisione di Carlo IV°, nel 1355 fu riconsegnato ad Arezzo  ma la potestà della città di San Donato fu di poca durata dal momento che, dopo la vittoria definitiva di Firenze su Arezzo del 1384, passò stabilmente sotto l’egemonia della dominante. Con il Granducato il Borro fu eretto in feudo da Ferdinando II° e dato in appannaggio alla famiglia dei Medici-Tornaquinci. Nel 1829 la tenuta fu venduta da quest’ultimi alla famiglia dei “Della Torre Hoffer Valsassina” che, in seguito ad un matrimonio, la conferirono alla casata tedesca degli Hohenlohe nel 1850. Da questa famiglia fu venduta nel 1904 alla famiglia cadetta dei Savoia-Aosta che la tennero fino al 1993 quando anche questi la vendettero alla famiglia Ferragamo alla quale appartiene tutt’ora.

 

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